Al via questa mattina il nuovo incidente probatorio per il caso di Alice Neri. In Tribunale a Modena usciranno ulteriori elementi utili per fare chiarezza su quanto accaduto a Fossa di Concordia, dove la 32enne era stata trovata carbonizzata dentro la sua auto. Tra questi anche gli esiti definitivi delle analisi effettuate su un paio di pantaloni trovati nella casa di Mohamed Gaaloul, il principale sospettato della morte di Alice. Su questi elementi si gioca una partita importante tra accusa e difesa, con la prima che sostiene che quei pantaloni, appartenenti al 29enne, siano sporchi dell’olio usato per dare alle fiamme auto e corpo. Ma un ulteriore analisi richiesta dal legale di Gaaloul, Roberto Ghini, sembra porre dubbi sul fatto che i pantaloni al centro della contesa siano davvero del suo assistito. Il perito sosterrebbe infatti che quell’indumento non possa essere quello che il 29enne tunisino indossava quando ripreso dalle telecamere di videosorveglianza dopo lo scoppio dell’incendio. Il motivo: le macchie di sporco, che non combaciano. Il punto verrà dibattuto proprio lunedì. Intanto altri elementi fuoriusciti dagli esami portano a pensare che Alice Neri non fosse drogata. Al centro delle analisi in questo caso i capelli prelevati da una spazzola, che non presenterebbero tracce compatibili all’uso continuato e continuativo di droghe.