Una notte come tante interrotta da un boato. Sono le 4:03 quando un rumore fortissimo anticipa di pochi secondi la scossa di terremoto che sveglia e sconvolge la Bassa. Un sisma di magnitudo 6.1, profondo 6,3 km, con epicentro a Finale Emilia. Il primo di una serie terribile. Sono passati nove anni da quel 20 maggio. Nove anni da quei secondi rimasti scolpiti nella memoria della Bassa e di tutti i modenesi. La terra tremò lasciando una scia di danni e sangue soprattutto nella nostra provincia, ma gli effetti si ripercossero anche nelle vicine Bondeno, Mirabello e Vigarano nel Ferrarese. Furono 7 le vittime di quel giorno. Non fu che l’inizio di uno sciame che si ripresentò con altri due eventi sismici dalla forza distruttiva: il 29 maggio, l’altra grande scossa, di magnitudo 5.9 ed epicentro a Medolla e Cavezzo mise in ginocchio la Bassa; il 3 giugno la terra tremò a Novi. Furono in totale 45 i comuni a essere toccati dal terremoto, fra le province di Modena, Ferrara, Mantova, Reggio, Bologna e Rovigo. Ventotto i morti, oltre 300 i feriti, 45mila gli sfollati. Danni materiali stimati a 13 miliardi di euro. Le immagini dei paesi ridotti a cumuli di macerie fecero il giro del mondo. La torre dell’orologio di Finale Emilia, spezzata a metà è diventata il simbolo di quella distruzione. Anche le persone si sentivano spezzate, in ginocchio. Ma da lì si è vista anche la solidarietà della popolazione e l’impegno di tutti per rialzarsi e ripartire al più presto in una ripresa, che oggi, nove anni dopo è quasi del tutto compiuta.