Blitz della Guardia di Finanza: il capannone aveva accessi secondari con vie di fuga verso i campi

Uno stabilimento tessile adibito a dormitorio, con finestre oscurate e vie di fuga verso i campi. All’interno 13 lavoratori, tutti cinesi, di cui 9 ‘in nero’ e 4 senza permesso di soggiorno: lavoravano per lo più di notte. Vivevano lì dentro in spazi ricavati con materiali di recupero. Siamo a Bastiglia, a poche centinaia di metri dal centro del paese. E’ qui che i militari della Guardia di Finanza provinciale hanno scoperto nei giorni scorsi una fabbrica irregolare, gestita da un cinese pregiudicato. Le Fiamme Gialle sono entrate in azione con un blitz all’alba, dopo alcune ore di appostamento. Sono arrivati dalla campagna, bloccando gli accessi secondari. Il titolare dell’impresa – se così si può chiamare – aveva installato un sofisticato sistema di videosorveglianza e aveva predisposto appositi varchi per la fuga con sbocco nei campi. Ad insospettire i finanzieri era stata la mancanza di insegne all’esterno e il fatto che le finestre fossero state oscurate. Nel laboratorio – che produceva vestiti da donna – è stata disposta la sospensione dell’attività lavorativa per violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro. Il gestore della struttura ha pagato 2mila euro di sanzione dovrà pagarne altri 22.500 per essersi avvalso di lavoro irregolare. Inoltre, nei suoi confronti è scattata la denuncia per sfruttamento dell’immigrazione clandestina.