Il prossimo 22 settembre si terrà la seconda asta

Per Forza Italia Muzzarelli sta facendo il gioco delle tre carte, i Cinque Stelle protestano per quella che definiscono una vergognosa pagliacciata e, persino a sinistra, il gruppo Per Me Modena parla di scommessa persa. Nella lunga estate caldissima del Comune di Modena fa discutere la decisione dell’amministrazione di vendere le azioni della società Farmacie Comunali spa. E, soprattutto, fa discutere il come tale operazione si sta attuando. Andiamo con ordine. Piazza Grande attualmente ha la maggioranza assoluta delle Farmacie con una quota del 51%. A giugno, il Consiglio comunale ha deliberato la cessione di un pacchetto pari al 17%. Obiettivo: rimpolpare con denaro fresco le casse dell’ente. La prima asta si è tenuta il 13 luglio scorso ed è andata deserta. E così ne è stata fissata una seconda, in programma il 22 settembre. Il problema numero uno riguarda la valutazione che il Comune dà al pacchetto di azioni in vendita: a luglio, la base d’asta era di 7 milioni e mezzo di euro; ora è stata abbassata a 6,8: conferma, secondo molti, che in prima battuta c’era stata una sovrastima. In più, nei giorni scorsi è spuntata una perizia curata da Nomisma, e commissionata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che valuta quel 17% appena 4 milioni e mezzo. Insomma, il Comune sta cercando di vendere ad un prezzo notevolmente superiore al valore di mercato. Difficile che qualche privato si faccia avanti a queste condizioni. Ma ad allontanare i potenziali interessati ci sono anche ragioni di trasparenza e di governance. Infatti, da un lato, il bilancio 2015 delle Farmacie non è stato ancora reso noto (e, per evitare brutte sorprese, conoscere i conti è il minimo). E, dall’altro, per chi rileverà le azioni del Comune non ci sarà posto nel prossimo consiglio d’amministrazione: all’acquirente rimarrebbe solo l’esborso economico senza alcun peso nelle decisioni societarie. E allora chi se le comprerà le azioni delle Farmacie? E’ qui che entra in ballo la Fondazione, perché il piano originario del Comune prevedeva che il pacchetto venisse acquistato proprio da Palazzo Montecuccoli, sorta di bancomat di Piazza Grande. Poi, però, i rapporti tra Muzzarelli e il presidente Landi si sono incrinati e così la Fondazione ha chiesto la perizia a Nomisma e poi fatto marcia indietro. Ma solo per ora. Perché a settembre – proprio a ridosso della seconda asta per le Farmacie – il consiglio d’amministrazione della Fondazione sarà rinnovato in toto. Ed è facile pensare che il sindaco, cui spettano sei nomine, sceglierà figure che non gli mettano i bastoni tra le ruote. Insomma, salvo sorprese, a settembre, con la nuova governance, la Fondazione rileverà le azioni del Comune. Ad un prezzo più alto del reale valore di mercato. Con buona pace dei privati eventualmente interessati al business delle Farmacie.