E’ una Pasqua davvero particolare quella che ci apprestiamo a vivere, in cui il messaggio di speranza e resurrezione insito nella parola del Signore è ancora più sentito. E’ anche questo il senso del messaggio del vescovo Monsignor Erio Castellucci per i fedeli in occasione della Santa Pasqua. “Quest’anno la pietra tentenna, pare che voglia liberare il sepolcro solo un poco alla volta” scrive il vescovo “I quattro Vangeli del mattino di Pasqua annunciano concordi che le donne, giunte all’alba, trovarono la pietra completamente ribaltata e rovesciata, tanto da poter verificare l’assenza del corpo di Gesù dalla tomba. Ma la nostra Pasqua, quest’anno, è velata da un senso di incompiutezza. È come se il Signore ci donasse una festa di risurrezione velata da una certa ansia; è come se la mascherina, che portiamo per proteggerci e difendere gli altri dal coronavirus, smorzasse anche il nostro inno di gioia pasquale”.

Monsignor Erio Castellucci sottolinea le luci e le ombre di questa sovrapposizione tra quaresima e quarantena. “Un tempo come questo, certamente, sta incidendo così in profondità nel nostro animo, che entrerà nei ricordi incancellabili. E quel pesante sasso, che solo timidamente inizia a farsi da parte, è appoggiato sul nostro cuore oppresso dalla sofferenza. È questo il sepolcro che tarda ad aprirsi, il nostro cuore. Una grande pietra ci è venuta addosso all’improvviso, tra il culmine del carnevale e l’inizio della quaresima, lasciandoci prima increduli e indecisi. La Pasqua quest’anno – prosegue – avrà dunque il sapore di un annuncio autentico ma non trionfante. Il sepolcro ha solo cominciato ad aprirsi. La speranza è che quando potremo finalmente dire di essere tornati alla “normalità”, possiamo cantare un alleluia diverso da prima: avendo imparato ad essere meno superficiali, più consapevoli di ciò che davvero conta nella vita, attenti ai fratelli, soprattutto ai più fragili, aperti alla prospettiva della vita eterna. Solo allora la grossa pietra si potrà dire completamente ribaltata dal sepolcro del nostro cuore”.