Confesercenti: Modena a rischio desertificazione

Ha anticipato l’avvento dello street style londinese e lanciato marchi come Timberland, Sebago, Tod’s e Hogan.. Ha visto passare mode, proposto stilisti diventati miti e allestito vetrine che andavano al di là della semplice esposizione. Da quasi mezzo secolo Altamoda è una delle realtà più importanti del centro storico con abbigliamento e scarpe rivoluzionarie. Una realtà che ai tempi d’oro poteva vantare otto negozi sotto la Ghirlandina, ma che ora vede la fine della sua storia. Martedì scorso, infatti, l’attività ha dichiarato ufficialmente il fallimento consegnando i libri in Tribunale. Risale a settembre l’ultimo tentativo per resistere, con la chiusura dei negozi in corso Duomo e corso Canalgrande e l’apertura di un nuovo punto vendita in via Gallucci. Ma evidentemente gli affari non sono decollati e Giorgio Messori, famoso consulente di moda modenese, e il suo socio Roberto Morselli, hanno gettato la spugna. L’addio definitivo di Altamoda è solo l’ultimo tassello di un centro storico che fatica a rinascere. A breve arriveranno big come H&M e Zara, ma per i piccoli è in gioco la sopravvivenza. Anche l’ultimo report rilasciato da Confesercenti parla chiaro, con un dato che fotografa soprattutto la situazione precaria dei negozi alimentari: a Modena ce n’è meno di uno ogni mille persone, contro l’1,6 a livello nazionale. (vi.ma)