Si spacciava per “cooperativa”, in realtà era un’associazione non riconosciuta gestita da una 55enne campana, residente a Bologna, che offriva un servizio di assistenza a cura di badanti straniere. L’attività, portata avanti per mesi violando le normative nazionali sul lavoro, aggirava anche il fisco. Oltre un centinaio le famiglie coinvolte. A scoprire tutto la Polizia locale di Modena, grazie alle segnalazioni di altre associazioni del settore e di alcuni cittadini. Nel dettaglio delle contestazioni, la municipale ha riscontrato che sui guadagni per 132.000 euro, fatturati nel secondo semestre del 2021 dall’associazione, non era stata presentata la dichiarazione dei redditi e versata allo Stato la relativa Iva. È emerso inoltre che le badanti inviate alle famiglie, a cui veniva chiesto un anticipo trimestrale per il servizio, non erano in regola col contratto di lavoro e di conseguenza per la finta cooperativa si è configurata anche un’evasione contributiva. Nelle prossime settimane l’Agenzia delle entrate, accerterà la condotta evasiva dell’associazione; eventuali risvolti penali potranno essere definiti dall’Inps in base alla portata dell’evasione stessa.