Altra gara tormentatissima in Giappone, dopo quella di Singapore. La pista di Suzuka è allagata per la pioggia incessante. Partenza ritardata, ma regolare ai semafori: Verstappen, in pole, resiste all’attacco di Leclerc e mantiene la prima posizione. Ma solo per tre giri perché è impossibile gareggiare per l’assenza di visibilità e le condizioni della pista. Intanto Sainz è una delle prime vittima del diluvio e finisce fuori: la sua gara finisce lì. Gasly dopo aver trasportato una cartellone pubblicitario sulla sua monoposto si vede entrare in regime di bandiera rossa anche un trattore destinato al recupero dei bolidi usciti di gara. Polemiche, attesa lunghissima, quasi due ore, poi la gara riparte in regime di Safety Car e con gomme super wet per tutti: Verstappen contro Leclerc, sosta ai box per montare le intermedie per entrambi, ma quelle del ferrarista si usurano nel giro di pochi giri. Quelle di Verstappen restano immacolate e l’olandese prende il largo trionfando. Leclerc, indomabile,  resiste al ritorno di Perez e chiude secondo, ma il taglio di una chicane all’ultimo giro e probabilmente anche una manovra irregolare per ostacolare il messicano gli costano una penalizzazione di cinque secondi e il secondo gradino del podio. Doppietta Red Bull e verdetto inatteso per Verstappen: la Fia considera la gara a tempo e non a numero di giri e consegna 25 punti a Super Max che conquista il secondo titolo mondiale consecutivo proprio in casa Honda (motore Red Bull).