Nel video l’intervista a Paolo Negro, Responsabile Portobello

Lo dicono le percentuali a segno meno di quasi tutte le attività economiche modenesi, lo dicono le cifre della cassa integrazione, ma lo dicono anche i numeri delle associazioni che danno aiuto a chi è in difficoltà. La crisi economica scaturita dall’emergenza Covid ha prodotto nuova povertà, anche a Modena. Se ne sono accorti, in primis, i volontari dell’emporio Porto Bello, che in pochi mesi, hanno dovuto raddoppiare i loro sforzi per riuscire ad aiutare un importante aumento di famiglie in difficoltà. Rispondendo ai bisogni delle famiglie modenesi in difficoltà, i volontari di Portobello si sono adoperati per consegnare generi alimentari a circa 2000 persone. Anche l’Associazione Porta Aperta, che si rivolge principalmente a uomini e donne senza fissa dimora, ha visto incrementare il proprio lavoro. Nei mesi di aprile e maggio sono state circa 200 le persone che si sono rivolte alla mensa, che non è ancora stata riaperta. Anche a porte chiuse però, sono stati 400 in media i pasti “take away” prodotti ogni giorno, 200 pranzi e 200 cene. Un carico di lavoro ingente che ha tuttavia solidificato una grande rete di solidarietà all’interno della città, da Porta Aperta a Portobello, passando per gli scout e la croce rossa. Una solidarietà cittadina che continua ancora oggi ad arricchirsi