Per discoteche e sale da ballo, nulla è stato ancora deciso. Anzi. Nonostante gli impegni di «avviare un percorso» per il ritorno alla normalità, si continua a rinviare la discussione. L’obiettivo degli «aperturisti» rimane il 1° luglio come data per il via libera, ma lo scontro all’interno del governo potrebbe accendersi già nelle prossime ore. Una decina di giorni fa il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti aveva chiesto al Comitato tecnico scientifico di fornire un parere sulla riapertura dei locali. Gli scienziati hanno però sollecitato «ulteriori elementi» prima di esprimersi e da palazzo Chigi, ma anche da altri ministeri competenti, si prende tempo. Così come già accaduto nei giorni scorsi sulla gestione della campagna vaccinale, rimane alta la tensione su decisioni che possono far risalire la curva epidemiologica in un momento chiave come la ripresa del turismo e la riapertura di settori strategici. E «vanificare gli sforzi fatti», come ha lasciato intendere lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi. La preoccupazione legata alla circolazione della variante Delta materializza l’incubo della scorsa estate quando ci fu un’impennata improvvisa di contagi e il ministro della Salute Roberto Speranza dispose la chiusura dei locali il 16 agosto. Questa settimana è annunciata come «decisiva», ma le posizioni all’interno dell’esecutivo appaiono distanti, nonostante sia ormai in vigore il green pass. L’associazione dei gestori invia le linee guida al Cts, assicura che gli ingressi saranno consentiti soltanto a chi è munito di green pass, dunque vaccinati, guariti oppure persone che si sono sottoposte a tampone, ma le regole non appaiono sufficienti. Per gli scienziati rimane l’incognita su chi deve controllare che i clienti abbiano il green pass, soprattutto per i locali dove la capienza è molto alta e quelli che organizzano eventi con accessi difficili da monitorare. Ma anche il timore per la difficoltà di effettuare il tracciamento di fronte a un caso di positività.