Nel video l’intervento di Stefano Bonaccini, Presidente Emilia-Romagna

Il centrosinistra esce pesantemente sconfitto dalle elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio. Il centrodestra a guida Fratelli d’Italia riconquista la regione della capitale con Francesco Rocca, che con un 54% dei voti stacca di quasi 20 punti l’avversario di centrosinistra Alessio D’Amato; plebiscito anche in Lombardia, dove si riconferma Attilio Fontana con un 55%. Non arriva a 34 Pierfrancesco Majorino. Anche se il partito di gran lunga più grande è quello dell’astensionismo, con un 60% di aventi diritto che non sono andati alle urne, il risultato di queste elezioni ha costretto di nuovo il centrosinistra a mettersi in discussione. In Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, candidato alla nuova leadership del Partito Democratico, sostiene come sia un segnale da cogliere per rifondare la dirigenza. Anche Elly Schlein, la diretta avversaria di Bonaccini nelle primarie del Partito, ragiona sulla sconfitta a partire dalla perdita di elettori e sul quotidiano Repubblicadichiara che è l’effetto di chi per anni “ha inseguito il centro senza accorgersi che stava perdendo la sinistra”. E la crisi proprio della sinistra che pare sempre più incapace di essere unita, si estende anche ad altri ambiti. Il timore è che alle primarie i votanti ai gazebo del 26 febbraio non arrivino a toccare quota 500mila, segnando un flop simbolo di mancata fiducia anche per Bonaccini e Schlein. Pure Modena non è esente da spaccature: i consiglieri di Sinistra per Modena e Articolo Uno hanno di recente preso le distanze dai loro rappresentanti in giunta Andrea Bosi e Roberta Pinelli a causa, spiegano, di mancanza di condivisione di idee in merito al nuovo piano urbanistico cittadino. Al momento non sembra che il sindaco Muzzarelli sia intenzionato a cambiare giunta, ma lo strappo a sinistra rimescola gli equilibri politici anche in vista delle amministrative del prossimo anno.