Per gli imputati nel caso della morte di Alessandro Gozzoli si apre la strada di un rito ordinario e di un abbreviato. I due rumeni di 20 e 21 anni erano presenti in aula. Su di loro le accuse di omicidio volontario, rapina in concorso e indebito utilizzo di carte di credito. Ma per i legali che difendono Marcelino Caldarariu, gli avvocati Maria Larossa e Cecilia Ferraresi, non c’era la volontà di uccidere Gozzoli. La morte sarebbe avvenuta nell’ambito di un gioco erotico finito male. I di Caldarariu hanno chiesto il rito ordinario, mentre Andrea Margotti, l’avvocato del secondo imputato, Petre Dabuleanu, ha optato invece per l’abbreviato condizionato a uno specifico accertamento. Si tratta di un approfondimento su un elemento della consulenza del medico legale della procura, in riferimento al ritrovamento di dna appartenente a Caldarariu in concomitanza di un livido sul collo del consulente del lavoro. La richiesta vorrebbe accertare se quel livido sia legato alla pressione che ha ucciso la vittima. Il giudice ha accolto la richiesta: il consulente medico legale verrà sentito in proposito il prossimo 28 maggio. I due giovani amici secondo la ricostruzione della Procura avevano conosciuto Gozzoli a Bologna e con lui si erano spostati nella sua casa a Casinalbo, dove, nell’ambito di un rapporto, il 41enne è stato legato e soffocato. I due rumeni sono accusati di averlo ucciso a scopo di rapina. Dopo il delitto lo avrebbero derubato di alcuni beni, tra cui carte di credito utilizzate indebitamente. I due ventenni dopo il fatto hanno lasciato l’Italia. Uno è stato arrestato in Romania, l’altro in Inghilterra.