Ormai la benzina al servito supera stabilmente i 2 euro, soglia sfiorata anche dalle pompe bianche e dal self. E la corsa dei carburanti pare non sia destinata a fermarsi presto. La causa è da ricercare nell’ondata di aumenti delle materie prime. Il greggio ha superato i 90 dollari al barile nelle quotazioni di Londra dove il Brent è il punto di riferimento dei mercati europei. Un aumento del 20% rispetto ai minimi di inizio dicembre. Proprio da qui si desume che i rialzi del prezzo alla pompa non sono finiti: in questo stesso periodo di tempo gli aumenti per gli automobilisti sono “solo” del 7% per la benzina e del 5 per il diesel. Segno che la differenza percentuale deve ancora arrivare. In vista poi, c’è l’aumento della domanda di carburante, dato l’arrivo dei viaggi primaverili ed estivi; fattore, questo, che determinerà un ulteriore aumento dei prezzi, in un periodo in cui l’incertezza sul mercato è condizionata dal persistere della guerra in Ucraina e in Medio Oriente. Non hanno evidentemente influito interventi come l’obbligo dei cartelli sui prezzi medi. A sottolinearlo è la Federconsumatori modenese, che invoca uno strutturale taglio delle accise, lo stesso che il Governo Meloni ha invece rimosso.