Per il caro carburanti, i benzinai hanno annunciato uno sciopero il 25 e il 26 gennaio. “Per porre fine a questa ‘ondata di fango’ contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità – scrivono in una nota le sigle sindacali Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Confcommercio – le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della categoria, su tutta la rete”. Nei due giorni di stop verrà avviata “una campagna di controinformazione sugli impianti” e ci sarà “un presidio sotto Montecitorio”.

 

Benzinai sul piede di guerra di fronte a un Governo che per risolvere il problema del caro carburante mette in campo manovre ritenute inutili. Di fronte all’aumento dei prezzi l’esecutivo ha approvato un decreto ad hoc per il monitoraggio dei costi che non sarà più settimanale ma giornaliero: viene introdotto l’obbligo di esporre il costo alla pompa, con sanzioni per chi non lo fa ed è obbligatorio per i gestori esporre cartelli che indicano il prezzo medio nazionale. Insomma il Governo batte il chiodo della speculazione mettendo sotto la lente i gestori. Eppure tante sono le critiche. “Per quanto ci riguarda – ha commentato la modenese Sandra Grazi di Grazi Petroli Srl – solo la mancata proroga del taglio delle accise ha determinato un aumento dei prezzi”. Scomponendo il prezzo del carburante che compare sulla pompa si nota come in gioco ci siano tre elementi: il costo della materia prima, la componente fiscale (ovvero Iva e accise) e il margine lordo che determina i guadagni di distributori, intermediari e venditori. Sul primo elemento si gioca tutta la filiera del petrolio, il cui costo negli ultimi mesi è diminuito. “Sono sostanzialmente le raffinerie che determinano il prezzo” ha spiegato Sandra Grazi. Diverso invece l’elemento fiscale determinato da accise e Iva, determinate dal Governo: secondo i dati diffusi dal Ministero questa voce pesa in totale per il 58,2% sul prezzo di un litro di benzina e per il 51,1 per il Gasolio. In tutto questo i gestori attualmente guadagnano 3,5 cent sul self e 5 sul servito. Su questo listino l’unico spostamento possibile e di un altro mezzo centesimo ed è per questo che i benzinai, pronti anche a manifestare, alzano la voce: il forte rialzo dei prezzi alle pompe non è dovuto dai gestori