Un gruppo di anarchici ha oggi manifestato nei pressi del carcere di Sant’Anna, radunandosi all’incrocio tra via La Marmora e via staffette Partigiane. Circa un centinaio i partecipanti al presidio tenutosi questo pomeriggio per manifestare solidarietà ai detenuti a un anno di distanza dalla rivolta che portò alla morte di nove persone nel carcere di Sant’Anna. Oltre duecento uomini delle forze dell’ordine si sono schierati su tutti i quattro lati del penitenziario, in tenuta antisommossa. Per mantenere la massima sicurezza, le strade di accesso al carcere sono state chiuse ed è rimasta altissima l’attenzione degli uomini in divisa, sia all’esterno che all’interno del carcere. Un pomeriggio ad alta tensione, quello di oggi, che oltre ad anticipare l’anniversario della rivolta, ha fatto seguito alla richiesta della Procura di Modena di archiviare il fascicolo su quanto accaduto all’interno del Sant’Anna quella terribile domenica. Secondo gli inquirenti, otto dei nove decessi sarebbero la conseguenza di un’overdose da metadone e altri farmaci avvenuta in seguito all’assalto all’infermeria del penitenziario. Sono state escluse, nel documento di quasi 80 pagine preparato dai pm, altre concause, come maltrattamenti o ritardi nell’intervento dei sanitari. Una ricostruzione ritenuta non credibile dagli anarchici, arrivati nei pressi del carcere modenese anche da fuori provincia per manifestare. “Sappiamo chi è Stato” citava lo striscione sventolato durante il presidio, durato ore, sotto la stretta osservazione della Polizia. Domani una nuova manifestazione vedrà davanti al carcere i familiari delle vittime, anche loro insoddisfatti della richiesta di archiviazione, riunitisi in un comitato dal nome Verità e giustizia.