Il calcio del post Coronavirus, almeno per la ripresa delle ostilità, viaggerà su tre velocità. E’ il piano che si è materializzato nella riunione fra i vertici della Figc e la commissione medica e di esperti incaricata di studiare un percorso che garantisca la sicurezza di tutti, dai calciatori ai fisioterapisti, dai medici ai magazzinieri, per poter tornare in campo. La priorità verrà data alla Serie A, che intreccia i suoi piani con quelli delle competizioni Uefa. Poi a ruota, se sarà possibile, toccherà a Serie B e Lega Pro, che restano al momento in bilico. Il sogno della Figc è quella di ripartire con gli allenamenti dal 4 maggio. L’operazione su cui si lavora è quella del “ritiro permanente” che dovrà coinvolgere tutto il “gruppo squadra”. Nel documento uscito dall’incontro si mettono a fuoco gli step dei controlli, da effettuare entro fine aprile, prima di tornare ad allenarsi: il ritiro sarà preceduto da uno screening (72-96 ore prima di iniziare) a cui si dovrà sottoporre tutto il ‘gruppo squadra’: test molecolari rapidi e test sierologici, anamnesi accurata. E poi visita clinica per la valutazione degli eventuali sintomi e misurazione della temperatura corporea, esami strumentali e del sangue. Il tutto per mappare tre categorie, chi ha avuto il virus ed è guarito, chi è ancora malato e chi non ha avuto il virus. Almeno il primo mese, le squadre saranno chiuse in ritiro assoluto: niente visite dall’esterno, niente ritorno a casa la sera, tutti in una sorta di quarantena permanente in centri sportivi (o alberghi) sanificati e blindati. I calciatori non avranno strade preferenziali: i test li effettueranno i medici sociali con una supervisione esterna e verranno utilizzate strutture private.