Nella sua lettera erano inizialmente cinque, ma sono diventati quattro i punti che Massimo Bottura ha proposto al Premier Giuseppe Conte per salvare i ristoranti. Se il primo, quello di tenere aperte le attività fino alle 23 è diventato impossibile, in videocollegamento con il presidente del Consiglio all’evento “Cibo a Regola d’arte”, lo chef modenese ha chiesto, senza fronzoli, la possibilità di mettere in atto altre soluzioni. Soluzioni concrete, che rispondano all’urlo disperato dei ristoratori, soprattutto i più piccoli. Punto primo, ha elencato Bottura: il bisogno di liquidità in parametro dei fatturati; secondo: la cassa integrazione almeno fino alla stabilizzazione del turismo europeo; terzo: la sospensione delle tasse anticipate per il 2021; quarto: la necessità di abbassare l’aliquota Iva al 4% per il prossimo anno. A questo punto, se il Premier ha assicurato la cassa integrazione fino a marzo e l’arrivo di liquidità attraverso la richiesta da parte dei gestori di nuovi contributi, la risposta è stata poco soddisfacente per quanto riguarda l’Iva e la sospensione delle tasse. Per ridurre l’Iva al 4% servono miliardi, ha sostenuto Conte, miliardi che il Governo non ha da porre sul tavolo, mentre sulle tasse ci sarebbe in corso un dialogo con il Mef. Il Premier si è poi rivolto personalmente allo chef, per difendere tutte le misure restrittive messe finora in atto