Una analisi imparziale e corretta, esercitata sulla base di specifiche disposizioni di legge: così Arpae difende il proprio operato sulla discarica di Finale Emilia. L’agenzia si è costituita davanti al Tar di Bologna a difesa delle analisi che hanno stabilito che le concentrazioni soglie di contaminazione di determinati metalli inquinanti sono state superate non a causa della discarica ma della natura del terreno e delle attività agricole. Un risultato che il Comune di Finale ha tacciato di essere viziato da una carenza istruttoria, da travisamenti dei fatti e anche da violazioni delle linee guida in materia. Il fatto è ora stato portato in sede legale, con l’amministrazione finalese che si è costituita parte civile e ha fatto a sua volta ricorso al Tar, allo scopo di dimostrare la pericolosità dell’operazione di ampliamento della discarica di Feronia, che porterebbe nel comune un milione e 200mila tonnellate di rifiuti in più. Arpae ritiene che non possa essere messa in dubbio la propria meticolosità e ha inteso evidenziare come la determinazione sia stata adottata a seguito di un percorso di confronto e di una articolata istruttoria, sulla base di analisi e valutazioni tecnico-scientifiche in conformità con la metodologia condivisa dal Sistema nazionale di protezione dell’ambiente.