Nel video l’intervista a Paolo Lauriola, Medico e Presidente ISDE Modena 

A Modena e provincia non tira una bella aria. Lo dimostrano ancora una volta i dati di Arpae e lo sottolineano nuovamente Legambiente e i medici ambientalisti dell’Isde. Lo sguardo è rivolto al primo mese di questo 2022: nella centralina del parco Ferrari sono stati registrati 12 giorni di sforamento del limite giornaliero per le Pm10 dall’inizio dell’anno. Ancora peggio la centralina di via Giardini, dove i superamenti dei limiti è avvenuto 21 volte. È stata quindi già raggiunta la soglia consentita dalla normativa europea e i dati non sono nemmeno aggiornati ai nuovi limiti, più restrittivi, fissati dall’Oms nelle sue recenti linee guida. Secondo una ricerca condotta dall’istituto per la “salute globale” di Barcellona, la provincia di Modena, e in particolare i distretti della ceramica, si collocano nei primi 120 posti su 859 città europee per mortalità prematura dovuta a polveri sottili e ossido di azoto. Sassuolo al 28esimo posto e Modena al 79esimo, sono le peggiori tra le città emiliano-romagnole. È chiaro secondo Legambiente e Isde che le misure emergenziali di tipo “predittivo” volute dalla Regione non siano sufficienti. Serve un cambio di passo strutturale e maggiore attenzione a tutte le fonti di inquinamento dell’aria, che, spiegano gli ambientalisti, non si identificano solo nel traffico e nel riscaldamento.