Solo 6 punti nelle prime 6 gare del girone di ritorno. Appena 2 successi, col Genoa e a Crotone, nelle ultime 11 giornate e la zona Europa che dista 7 punti. Il momento difficile del Sassuolo sembra un fotogramma già visto, più o meno lo stesso di 12 mesi fa, quando “Ciccio” Caputo diede al calcio italiano l’ultimo sussulto prima del lockdown prolungato. Era il 9 marzo del 2020, quel Sassuolo-Brescia 3-0 al Mapei Stadium fu l’ultima gara prima dello stop di tutti i campionati per l’arrivo della pandemia. L’attaccante neroverde timbrò due volte, arrivando a quota 13 in campionato, e poi mostrò quel cartello che fece il giro del mondo, chiedendo a tutti di restare a casa. Un concetto che ormai è entrato nelle abitudini di tutti, ma che 12 mesi fa era ancora qualcosa di sconosciuto. Con il successo il Sassuolo diede uno scossone alla sua classifica difficile, raggiungendo il 13° posto con 32 punti in 25 gare, poi con un grande finale dopo la ripartenza estiva chiuse ottavo a quota 51. Oggi la squadra di De Zerbi vive un momento altrettanto difficile, anche se la classifica, col nono posto e 36 punti in 25 gare, è nettamente migliore. Ma per chi ha a lungo navigato anche fra le prime quattro della classifica la flessione è evidente. La gara di Udine ha confermato che senza Boga ai neroverdi manca quell’imprevedibilità che è stata da sempre l’arma decisiva, mentre dietro la porta di Consigli ormai da 15 gare subisce sempre gol. Sabato col Verona che lo precede di 2 punti serve la vittoria per dare un segnale e anche un senso a queste ultime 13 giornate.