Sono passati 76 anni dal quel tragico 18 marzo 1944, data che segna la strage di Monchio, Savoniero, Susano e Costrignano, frazioni del comune di Palagano. Erano le prime ore della mattina quando le truppe naziste partendo da Savoniero invasero prima Susano, dove furono sterminate intere famiglie: simbolo della strage la “Buca”, dove si consumarono le atrocità più crude, con i tedeschi che sfigurarono le persone che vi si trovavano. È qui che si consumò anche lo straziante caso della famiglia Gualmini: tutti gli otto componenti uccisi, compresi i bambini di 7, 5 e 4 anni. Dopo Susano fu la volta di Monchio e Costrignano, dove le case furono razziate e bruciate. Alla fine di quel triste 18 marzo 1944 si contarono 136 cadaveri, di cui 71 a Monchio, 34 a Costrignano e 24 a Susano, a cui si devono aggiungere 7 civili uccisi senza apparente motivo. A tanti mancherà poter commemorare le 136 vittime, dato che per l’emergenza Coronavirus non è possibile creare assembramenti. Ma è nel buio che la luce riflette ancora di più: il sindaco Fabio Braglia infatti ha annunciato che il Ministero dei Beni Culturali ha stanziato i 140 mila euro necessari per la realizzazione della seconda parte del memoriale, la piazza che sorgerà davanti alla “Buca” e di fianco a essa la rappresentazione “Luci nel vento”, che richiama “Finalmente una luce si è accesa”, inno composto da Ottavio Piacentini, maestro della banda di Palagano, nel 2014 in onore della strage. Vicino agli alberi verranno piantati 136 pali metallici alti due metri su cui ci sarà il nome di ciascuna vittima. “Nei momenti di vento grazie alla flessibilità del metallo si vedranno nell’oscurità 136 luci ondeggianti, a simboleggiare le anime dei nostri cari, ora in Cielo” ha concluso il sindaco Braglia.