Il Festival della Giustizia Penale prosegue a pieno ritmo con le conferenze al Forum Monzani. Oggetto degli incontri di oggi sono le storie delle vittime degli errori giudiziari, come quella di Peter Pringle, un innocente condannato a morte

Dopo l’inaugurazione di ieri sera con la presentazione del saggio “Populismo e ragione pubblica” del Professor Massimo Donini, entra nel vivo oggi il primo Festival della Giustizia Penale di Modena. Dal chiostro di Giurisprudenza al Forum Monzani, il nome che più catalizza l’attenzione è sempre quello di Amanda Knox che, pur seguendo i lavori del Festival, ha continuato ad evitare le telecamere. I riflettori questa mattina si sono ufficialmente puntati sul tema dei primi convegni, dal titolo “L’errore giudiziario, oggi” e “Storie di innocenti in carcere”. In dialogo con gli organizzatori e il pubblico, ci sono stati invitati con storie certamente meno note in Italia rispetto all’omicidio di Meredith Kercher, ma comunque capaci di dare importanti spunti di riflessione. Come quella di Peter Pringle, irlandese che per 14 anni ha vissuto nel braccio della morte per un crimine che non ha mai commesso. Preso di mira perché ai tempi era un attivista politico, nel 1995, Pringle è riuscito a uscire di prigione perché scagionato da tracce di sangue che non erano state prese in considerazione durante il suo processo. Poco tempo dopo ha conosciuto Sunny Jacobs, poi diventata sua moglie, anche lei condannata ingiustamente.

Nel video l’intervista a Peter Pringle, Ospite del Festival della Giustizia Penale