Diminuzione del raccolto fino al 30% e via anticipato al 10 agosto. Sono gli effetti del caldo record e della siccità sulla vendemmia 2022 che in Emilia Romagna partirà in una situazione di grande emergenza. Sono soprattutto le aree collinari della nostra regione, quelle in cui è più difficile far arrivare l’acqua, a far registrare i danni maggiori con lo stacco dei primi grappoli di uve precoci per le basi spumante anticipato a prima di Ferragosto. Una situazione esplosiva, come denuncia Confagricoltura Emilia Romagna, che mette in allarme l’intero comparto e porterà a una netta flessione produttiva se confrontata con la media degli ultimi dieci anni, complessivamente nell’ordine del 25-30%, ma con picchi fino al 50% in collina e almeno del 10% in pianura. La necessità primaria è quella di salvaguardare la vita della pianta e di cercare soluzioni alternative, innesti resistenti e tecniche di precisione in grado di garantire un maggiore risparmio idrico, ma anche costruire bacini irrigui e investire in ricerca per arrivare a soluzioni alternative che possano offrire un sistema efficace di difesa delle produzioni vitivinicole da parassiti e malattie che col caldo hanno avuto campo libero. Le elevate temperature nella fase di fioritura in maggio hanno accelerato la proliferazione di fitopatie del grappolo difficilmente riscontrate in passato sulle uve da vino, alle quali si sono aggiunti gli attacchi di peronospora soprattutto nelle aree colpite dalle grandinate di fine giugno e inizio luglio.