È stato ritenuto incapace di intendere e di volere Mohammed El Fathi, il marocchino che a marzo del 2019 uccise la propria zia con trenta coltellate. Per questo motivo stamattina il giudice Andrea Scarpa ha assolto il 33enne dall’accusa di omicidio volontario. El Fathi, difeso dall’avvocato Alberto Boni, verrà internato in una struttura psichiatrica, dove passerà i prossimi dieci anni. Già in precedenza il marocchino che uccise a coltellate la propria zia, la cinquantenne Khaddouj Hannioui all’interno del loro appartamento in vicolo Grigioni, a Finale Emilia, era stato sottoposto a esame psichiatrico. L’analisi aveva portato a constatare che il 33enne soffriva di gravi problemi di salute mentale, motivo per cui era stato fin da subito rinchiuso in una Rems. Già nel 2015, El Fathi era stato ricoverato in una casa di cura e anche successivamente era stato lui stesso a recarsi al centro di Igiene Mentale di Modena per richiedere un controllo, ma nei giorni precedenti l’omicidio aveva smesso spontaneamente di prendere i farmaci che lo aiutavano a controllarsi. I militari, quando il 25 marzo 2019 fecero irruzione nell’appartamento, lo trovarono in evidente stato di choc e con ancora il coltello tra le mani.