La sanità post-Covid a Modena si trova ancora debilitata a causa degli strascichi della pandemia ma non solo. Alla vigilia dell’entrata in scena a Modena della nuova direttrice dell’Ausl, Anna Maria Petrini, due sono le principali criticità ancora da risolvere: la carenza di professionisti e lo smaltimento delle liste d’attesa, con il primo problema che influisce sul secondo. Ad oggi la nostra provincia soffre, come tutto il paese, di un basso numero di medici specialisti; in particolare mancano medici in ambito ginecologico-ostetrico, medici di base ma anche e soprattutto medici di medicina d’urgenza. Al momento la nostra provincia non soffre invece una carenza di infermieri, ma in un futuro non troppo remoto, il direttore Ausl Antonio Brambilla, prossimo alla pensione, ha paventato il rischio di una carenza anche in questo settore, ritenendo insufficienti i numeri in termini di personale in via di formazione oggigiorno. La mancanza di personale si ripercuote anche sul problema delle liste d’attesa. In Emilia-Romagna, Udicon ha stimato che in termini di visite mediche non urgenti, solo il 30-40 per cento delle volte si riescano a rispettare i tempi previsti. L’associazione ha calcolato una media di 30 giorni d’attesa per le visite e 60 per esami strumentali. Per quanto riguarda le visite diabetologiche solo nel 30% dei casi i tempi sono rispettati, sostiene Udicon; per le spirometrie si parla del 35% per la gastroscopia del 30%, la colonscopia è al 40, così come le visite fisiatriche. Prestazioni come queste se effettuate a pagamento hanno attese di pochissimi giorni, dichiara Udicon. Una situazione che secondo l’associazione rischia di creare una vera e propria disuguaglianza tra chi economicamente riesce ad accedere a prestazioni sanitarie immediate e chi no.