Si è appellato con un reclamo di sei pagine direttamente al ministro della Giustizia Marta Cartabia un detenuto che dichiara essere uno dei cinque testimoni della morte del 40enne Salvatore Cuono Piscitelli. Lo scrive l’Ansa Emilia-Romagna, riportando il racconto del detenuto diffuso dal Comitato Verità e Giustizia per la strage del Sant’Anna. Quest’ultimo dichiara che nelle sei pagine di testimonianza verrebbe descritta una barbarie, e si torna a porre l’accento su presunti ritardi nei soccorsi o addirittura sulla loro omissione. Il detenuto in questione, C.C. le iniziali, scrive al ministro che, in relazione a quanto sarebbe accaduto a Modena, “molti detenuti, alcuni in palese stato di alterazione probabilmente dovuta all’assunzione di farmaci, furono violentemente caricati e colpiti al volto con manganellate usando anche i ‘tondini in ferro pieno’ che si usano per la battitura nelle celle”. E nel documento continua: “Alcuni di questi detenuti a cui non fu dato nessun supporto medico, nel giro di pochi minuti morirono”. Sul decesso di Piscitelli, morto una volta trasferito al carcere di Ascoli Piceno, il detenuto aggiunge: “Piscitelli stava male ed emetteva versi di dolore, sollecitammo nuovamente gli agenti senza ottenere risposta”. Pagine, quelle inviate al ministro, che accendono di nuovo i riflettori su quanto accaduto l’8 marzo dello scorso anno.