Tradizionalmente si sarebbero accesi oggi, ma in un quadro di profonda crisi energetica, i termosifoni restano spenti, a Modena, per un’altra settimana. Il fine è quello di risparmiare gas, seguendo le indicazioni del decreto firmato dal ministro uscente Cingolani. A Modena, inserita nella fascia climatica “E”, l’accensione del riscaldamento domestico avverrà il 22 ottobre, mentre lo spegnimento sarà anticipato al 7 aprile 2023, al posto del 15 dello stesso mese. Il decreto, inoltre, prevede che il riscaldamento resti acceso fino a un massimo di 13 ore al giorno (invece di 14) comprese tra le 5 e le 23. A questo, si aggiunge la riduzione di 1 grado della temperatura, che passa così da 20 a 19 gradi consentiti, con una tolleranza di 2. Le nuove disposizioni non si applicano a ospedali, cliniche, case di cura e alle strutture per anziani, minori e persone fragili; alle scuole d’infanzia e agli asili nido; alle piscine e agli edifici adibiti ad attività industriali e artigianali nei casi in cui esistano esigenze tecnologiche o di produzione. Se da una parte il governo uscente ha posto queste limitazioni per consumare meno energia, dalla Società Italiana di Medicina Ambientale e Consumerismo No Profit arriva l’appello all’esecutivo per l’ora legale, almeno fino al 30 novembre. L’obiettivo è quello di prorogarla in Italia. Secondo una ricerca realizzata dal Centro Studi di Conflavoro Pmi, mantenere l’ora legale in modo permanente farebbe risparmiare 2,7 miliardi di euro nel 2023 sui consumi dell’elettricità.