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Brevi


    Celloni e l’odg sul parcheggio smart Il consigliere Sergio Celloni di ‘Insieme per Cambiare – Insieme per Modena’ ha depositato ieri un odg in cui chiede al Comune di attivarsi per rendere possibile il pagamento della sosta grazie ai cellulari. Il modello indicato nel documento è quello di Bologna dove, da lunedì prossimo, il parcheggio nelle strisce blu si pagherà grazie ad un’app. «Noi chiediamo che anche Modena vada in questa direzione, visti i danni che l’ampliamento della zona a pagamento sta arrecando al centro storiico e le multe che fioccano e ingrossano le tasche di Modena Parcheggi, ci pare il minimo». Porta Aperta compie 35 anni Porta Aperta compie 35 anni e per festeggiarli si terrà sabato, nell’Auditorium del Centro Famiglia di Nazareth, il convegno ‘Ai poveri è annunciato il Vangelo’. Il centro di accoglienza promosso dalla Caritas diocesana modenese opera dal 1978 sul nostro territorio occupandosi di promozione sociale, servizi alla persona e prevenzione del disagio e gravi forme di emarginazione. Il convegno si aprirà con la riflessione di Mons. Antonio Lanfranchi sui cambiamenti e sul ruolo nella realtà ecclesiale degli organismi caritativi. A Modena si celebra il Giorno della Libertà Sabato la nostra città celebrerà il Giorno della Libertà con Amnesty International in Galleria Europa, dove si trova una porzione del Muro di Berlino. Alle 16.30 si terrà una tavola rotonda sulla situazione dei diritti umani in Europa a cui parteciperanno Ivana Palandri, docente di Diritto internazionale all’Unimore; Fausto Giannelli, avvocato di Giuristi Democratici; e Fernando Vasco Chironda per la sezione italiana di Amnesty International.

    Fuga di gas in corso Duomo Strada transennata fino a sera


      Il tecnico: «Intervento molto delicato vista la posizione»

      I commercianti asserragliati dentro i negozi. I pedoni allontanati in tutta fretta. E’ stato un inizio di giornata tumultuoso quello di ieri in corso Duomo. Intorno alle 8.30, alcuni passanti hanno iniziato ad avvertire una forte puzza di gas. Un odore che si è fatto di minuto in minuto più forte. Immediata la chiamata alla Municipale ed Hera che, nel giro di pochi minuti, hanno mandato agenti e tecnici sul posto. Con loro anche i vigili del fuoco per intervenire in caso di emergenza. Già alle 9 la strada era transennata e il passaggio vietato a chiunque. Scongiurato che la perdita provenisse da uno degli esercizi commerciali, i negozianti sono stati comunque invitati a rimanere dentro i locali, mentre i tecnici Hera si sono subito attivati con i rilevatori per individuare la fuga di gas. «Corso Duomo è un punto molto delicato della città – spiega Luca Gaddi, tecnico Hera arrivato per primo sul luogo della segnalazione – E’ stato necessario intervenire prontamente perché, oltre a trovarci in pieno centro storico, sono molti sulla strada i punti di innesto che potevano determinare un incidente, su tutti un possibile mozzicone di sigaretta buttato sul marciapiede, o le scintille dei cavi del tram». E per trovare la sacca di gas nel sottosuolo la prima cosa da fare è stata quella di effettuare dei piccoli fori nell’asfalto. «In questo modo – continua Gaddi – abbiamo potuto misurare i valori del gas e avvicinarci all’origine della fuoriuscita». Le rilevazioni hanno permesso ai tecnici di intervenire proprio sotto l’Arcivescovado in corrispondenza dei portici. «A creare qualche problema nel trovare il punto esatto del danno – spiega ancora Gaddi – è stata la presenza in corso Duomo di alcune buche ricoperte recentemente con del materiale poroso che, spesso, tende a captare il gas anche a molti metri di distanza dall’effettiva origine». L’operato dei tecnici si è concluso alle 17.15, dopo una giornata di lavoro ininterrotto. Nello specifico, fanno sapere da Hera, il guasto riguardava un allacciamento. nVincenzo Malara

      Parmigiano, il Consorzio ha 80 anni


      Anticipando di qualche settimana la ricorrenza ufficiale, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha avviato ieri in un luogo simbolo come il Cibus 2014 le manifestazioni per i propri ottant’anni. Era il 26 luglio 1934, infatti, quando i produttori del re dei formaggi fondarono il Consorzio Volontario interprovinciale Grana tipico. Nacque allora, per differenziare il prodotto da altri grana del Nord Italia, il famoso marchio a fuoco che contraddistingue ogni forma della Dop, e che nel 1964 sarebbe stato completato dai famosi puntini. «La nascita del Consorzio ottant’anni fa», ha ricordato ieri mattina l’attuale presidente Giuseppe Alai, «rappresentò realmente un fatto straordinario, perché sancì l’unione di migliaia di piccoli e piccolissimi allevatori e di centinaia di micro-imprese di trasformazione artigianale. E, al tempo stesso, legò ancor più indissolubilmente il nostro formaggio a quel territorio (le province di Parma, Reggio Emilia, Modena e parte delle province di Mantova e Bologna) in cui aveva avuto origine attorno all’11esimo secolo grazie ai monaci benedettini». Già nel 1612, del resto, il duca Ranuccio I Farnese aveva ufficializzato la denominazione del Formaggio di Parma, per tutelare la specialità lattiero-casearia locali dai prodotti del piacentino e del lodigiano. Nel 1934, come ha spiegato ancora Alai, è invece iniziata «la costruzione di un sistema che oggi vale quasi 2 miliardi di euro (valore al consumo 2013, senza considerare l’indotto, ndr), assicura reddito e lavoro a oltre 20mila operatori, ha consentito di mantenere vive attività economiche, relazioni e servizi in decine di piccole comunità locali e in aree svantaggiate ed è uno dei grandi simboli del made in Italy nel mondo». L’incontro celebrativo di ieri a Cibus è stato condotto da Fede e Tinto della trasmissione Decanter di Radio2. Alai, affiancato dal presidente onorario del Consorzio, l’avvocato Giampaolo Mora, ha anche annunciato alcune delle iniziative che saranno sviluppate per le ottanta candeline. Fra queste spicca l’Arca dei ricordi: un progetto attraverso il quale saranno raccolti immagini, documenti e altre testimonianze presenti negli archivi dei caseifici o negli armadi delle famiglie dei produttori o consumatori, materiale tutto relativo al mondo del Parmigiano Reggiano dal 1934 a oggi.

      Enti&associazioni


      Momenti decisivi per il mondo mutualistico

      Legacoop, è il giorno di Lusetti


      L’ad di Nordiconad in Direzione da supercandidato Per la presidenza serve la maggioranza dei presenti

      Malati di Sla in presidio davanti al Tesoro: «Senza fondi si muore»


      Decine di malati di Sla si sono ritrovati ieri a protestare di fronte al ministero dell’Economia. Obiettivo: ottenere lo sblocco del fondo da 350 milioni per la disabilità, attualmente fermo, e il suo rifinanziamento per l’anno prossimo. Un fondo che riguarda tutti i 3 milioni di disabili italiani. Per il momento, infatti, sono previsti solo tre milioni e mezzo di euro. A promuovere l’iniziativa è stato il Comitato 16 novembre, associazione che da anni si batte per i diritti di chi è affetto da Sla. «Porterò al ministero – denuncia la vicepresidente Mariangela Lamanna – un comunicato stampa a firma di tre sottosegretari, nel quale c’erano degli impegni precisi sette mesi fa. Non è stato fatto nulla. Non è accettabile essere costretti a fare un presidio ogni sei mesi. Ogni volta muoviamo persone da tutta Italia. Il nostro segretario ha affrontato l’ennesimo viaggio in nave, non è uno scherzo. Ci vuole poco per fermare un presidio e convocare i vertici dell’associazione». La presidente, Laura Flamini, ha raggiunto il presidio in ambulanza, su un lettino. Tanti i dimostanti in carrozzina, molti con la maglietta ‘Non ho più voglia di morire’. «Nell’ultimo presidio il 23 ottobre scorso è morto Raffaele Pennacchio, nostro consigliere direttivo, dopo aver trascorso 36 ore in carrozzina, passando una notte all’addiaccio sotto il Mef, perché nessuno in questo palazzo si era degnato di riceverci». Dopo una notte di attesa, alla fine l’incontro era arrivato. Ed era stato proprio in quell’incontro che l’associazione aveva incassato dal governo gli impegni che, denuncia ora, non sono stati mantenuti. Pennacchio era soddisfatto di quella giornata, ma la fatica lo aveva tradito. Rientrato in albergo, quella sera si era accasciato ed era morto. Per i malati di Sla, «se le cose non cambiano significa che non abbiamo i soldi per pagare l’assistenza e che chi è soggetto a crisi respiratorie, se non può pagare, si lascia morire». Il governo ha fatto sapere che convocherà entro 45 giorni il tavolo interministeriale con la partecipazione delle Regioni e aperto a tutte le associazioni per la definizione di un piano nazionale sulla non autosufficienza.

      Pannella dimesso dall’ospedale continua sciopero di fame e sete


      I medici: «Deve nutrirsi». Ma lui si rifiuta

      Marco Pannella è stato dimesso dalla clinica Nostra Signora della Mercede, dove era stato ricoverato il 26 aprile scorso. Il 22 aprile Pannella era stato sottoposto a un intervento d’urgenza, durante il quale gli era stata messa una nuova endoprotesi e un bypass. Fin dal primo giorno dopo l’operazione il leader radicale, nonostante le sue precarie condizioni, ha però rifiutato cibo e acqua, sia per via orale che endovenosa, per protestare contro le condizioni delle carceri italiane. Alla dimissione dal Policlinico Gemelli, dato il rifiuto di interrompere il digiuno e la disidratazione conseguente, è stato trasferito alla clinica Nostra Signora della Mercede. Un esame ha confermato il pieno successo dell’operazione, con parziale riassorbimento dell’ematoma. I sanitari hanno però raccomandato di riprendere una regolare alimentazione e idratazione per preservare la funzionalità del bypass e dei reni, sovraccaricati dai farmaci. Prescrizioni che, almeno al momento, Pannella non sembra intenzionato a seguire.

      Nodi irrisolti


      Succede nel Belpaese

      Roma, De Santis: «Non ho sparato» Convalidati i fermi dei quattro tifosi


      Lo zio di Ciro Esposito: «Il questore vada a casa»

      Sostiene di non aver sparato ma sottolinea anche di «avere i ricordi confusi e non essere in grado di ricostruire esattamente quanto avvenuto». Questo il filo conduttore dell’interrogatorio di Daniele De Santis, l’ultrà romanista accusato di aver sparato e ferito tre tifosi napoletani nei pressi dell’Olimpico sabato scorso prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. I due legali, dopo l’interrogatorio del gip Giacomo Ebner a Regina Coeli, hanno detto: «Date le complicate condizioni psico-fisiche, De Santis non ha potuto sostenere un vero interrogatorio, limitandosi a spiegare di non essere stato lui a sparare contro i tifosi napoletani. Il nostro assistito è sedato, in stato di choc, ha subito lesioni gravi. Sarà sentito nei prossimi giorni». Il gip ha convalidato il fermo per De Santis e Alfonso Esposito (tifoso napoletano). De Santis è accusato di tentato omicidio, porto abusivo di armi e rissa. Alfonso Esposito di rissa. Convalidati anche gli arresti degli altri due tifosi del Napoli, Ciro Esposito e Gennaro Fioretti. Ora il gip deciderà per tutti e quattro se e quale misura cautelare applicare. Al vaglio degli inquirenti ancora video e testimonianze per avere un quadro completo dei fatti. Su una cosa non ci sono dubbi: la pistola che ha sparato è una ed era in mano a De Santis. «In qualsiasi Paese civile il questore di Roma sarebbe andato a casa per le ricostruzioni false che sono state diffuse e le defaillances dell’ordine pubblico», ha detto Enzo Esposito, zio di Ciro, il tifoso ricoverato in condizioni ancora stabili e molto gravi. «Non si mandano – ha aggiunto – macchine e pullman in una strada dove non sono previste ambulanze e forze dell’ordine. Il mestiere delle forze dell’ordine è quello di evitare incidenti, non quello di essere assenti». Intanto il Napoli dovrà giocare le prossime due partite allo stadio San Paolo a porte chiuse, e versare un’ammenda di 60mila euro. Simile sorte per la Fiorentina, che avrà l’obbligo di «disputare una gara con il settore ‘Curva Fiesole’ privo di spettatori», oltre a pagare una multa di 50mila euro.

      Una proposta concreta: l’assessorato al turismo


      Modena scopre il turismo, meglio tardi che mai vien da dire. Tutti i candidati puntano su questo giacimento di sviluppo, se lo si sa sfruttare o meglio valorizzare, seppure con ricette diverse. E Massimo Malpighi, presidente di Ascom-Confcommercio, ieri ha lanciato la proposta di un assessorato al turismo, quasi tutti hanno risposto all’appello positivamente, perchè finalmente si sviluppi un progetto organico e di sistema di questo settore economico. Significa riconoscere che per rendere professionale il sistema ricettivo e di accoglienza modenese serve un punto di riferimento unico, una squadra dedicata ad unire e tessere i diversi fili che compongono questo tessuto produttivo. Che ha necessità di investimenti e non dell’imposta di soggiorno.

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