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La Bottega del Gelato: da 25 anni qui trovate solo prodotti naturali


    Anselmo: «Io preferisco la qualità alla quantità»

    «Da oltre venticinque anni produciamo gelato artigianale. Usiamo solo materie prime genuine, senza coloranti, uova e latte fresco e senza l’aggiunta di prodotti artificiali». Inizia così la conversazione con Anselmo Malagoli, titolare insieme a sua moglie Stefania, della ‘Bottega del Gelato’ in via Emilia Ovest 1481-A località Cittanova, quasi di fronte al centro commerciale GrandEmilia. Per lui fare gelati è davvero un’arte, una missione, la riprova è appunto nella quantità di anni accumulati a fare questo mestiere. Creare il gelato non è semplice, e solo un prodotto di qualità ti permette di sopravvivere. Ma da Anselmo nulla è lasciato al caso nella preparazione di un prodotto che piace a grandi e piccini. Lui, da buon artigiano, ha preferito la qualità alla quantità. Qui potete trovare al massimo una trentina di referenze di gelato, ma tutte di alta qualità: «Usiamo l’antica arte di lavorazione artigianale, di una volta, con le macchine Carpigiani. Naturalmente con la tecnologia moderna della pastorizzazione dell’ultima generazione». Ma se le macchine sono importanti, ancora più importanti sono le materie prime: «Qui solo frutta e tutta di prima scelta, su questo punto non si transige. Le faccio un esempio: per il gelato al pistacchio, usiamo solo i pistacchi di Bronte (Sicilia). Mentre per il gelato alla nocciola solo rigorosamente nocciole delle Langhe (Piemonte)». Non a caso il gelato più venduto è proprio quello al pistacchio. Continua Anselmo: «Da noi si possono trovare solo quattro tipi di granite: limone, arancia rossa, mandarini, tutte prodotte con succhi spremuti, e poi menta naturale». Un piccolo particolare, che fa la differenza. Qui il laboratorio è completamente a vista, pertanto il cliente ha la garanzia che tutto cioè che è prodotto è totalmente artigianale. Altro particolare di non poco conto sono le collaboratrici di Anselmo, Francesca, Silvana e Rossana, che quando ti servono lo fanno con il sorriso sulle labbra, cosa che ultimamente manca in molti locali di Modena. Ma d’accordo, questa è un’altra storia… Alla Bottega del Gelato si possono anche gustare dolci e semifreddi fatti secondo tradizione. Non a caso molte persone vengono apposta da Modena per ritirare stupende torte di compleanno. Complimenti ad Anselmo e Stefania dunque, che sono degni eredi di Francesco Procopio de’ Coltelli, ovvero il grande cuoco siciliano, che per primo nel 1686 aprì una gelateria a Parigi. Quindi con l’avvicinarsi della calda estate (ma il gelato di Anselmo è buono anche d’inverno), fate un giro alla Bottega del Gelato in via Emilia Ovest 1481, a Cittanova. Statene certi: non rimarrete delusi dalla qualità del prodotto e dalla cortesia. Provare per credere.

    Cavezzo, si può tornare in piazza


      Riaperto uno spazio simbolo nel cuore del paese Ma restano ancora macerie ed edifici inagibili

      CAVEZZO – Un altro passo importante per il ritorno alla normalità a Cavezzo, soprattutto per il suo valore simbolico. E’ stata riaperta lunedì piazza Matteotti, o come la chiamano i cavezzesi, ‘piazza del monumento’ (per via del leone sul basamento di pietra che si trova al centro), come prontamente segnalato dal blog ‘Luce dalle crepe – Voci dalla Bassa terremotata’ (lucedallecrepe.wordpress.com), bellissimo titolo per raccontare tutti i piccoli ma costanti passi che vengono fatti per la rinascita in uno dei luoghi più colpiti dalla catastrofe del 2012. La piazza era chiusa dal 29 maggio, dopo il crollo del condominio. La riapertura ovviamente non vuol certo dire che ci sia stato un ripristino: la piazza resta attorniata da una serie di edifici tuttora inagibili (con molteplici criticità) che però sono stati messi in sicurezza ed ora è possibile tornare a passeggiare in una parte del cuore della città. Una parte, «perché comunque resta una fetta di piazza tuttora inagibile» come tiene a precisare il sindaco Stefano Draghetti, consapevole di quanta strada in salita ci sia ancora da fare. Attorno alla vicina chiesa di Sant’Egidio (quella chiesa parrocchiale che, lo si ricorderà, doveva festeggiare il centenario proprio nell’anno del terremoto) infatti permane l’unica zona rossa di Cavezzo, in attesa del completamento dei lavori di messa in sicurezza della chiesa (si sta facendo l’incredibile per evitare l’abbattimento) e soprattutto dello smistamento delle macerie derivate dal suo crollo parziale. Macerie che vanno recuperate con cura proprio per consentire un giorno di ripristinare l’edificio sacro, a cui la comunità è molto affezionata, esattamente così com’era. Insomma, ce ne sarà ancora per molto, certamente, ma a poco a poco si guadagna terreno per la normalità anche in quel paese che, lo ricordiamo, secondo i drammatici lanci d’agenzia della prim’ora «non esisteva più». E invece no: è stato piegato, non spezzato e ce la farà a rialzarsi, anche se certamente non avrebbe bisogno di tutto questo pantano burocratico legato alla ricostruzione.

      SEGNI DI RINASCITA


        Un altro piccolo passo verso la normalità

        Al via ‘Pensare’: viaggio tra caos e ordine nell’arte e nell’economia


          Questa sera l’anteprima al Teatro 29 con le musiche di Cajkovskij. Domani l’omaggio a Gaber

          MIRANDOLA – Si parlerà di ordine e disordine al prossimo festival ‘Pensare’ che si terrà questo weekend a Mirandola con l’organizzazione dell’assessorato alla Promozione della città e del territorio e il contributo della Fondazione. Si tratta di temi quanto mai attuali dopo lo sconvolgimento causato dal sisma del maggio 2012. Caos e ordine, concetti di valenza opposta, ma strettamente connessi in processi di continua alternanza, che verranno affrontati da esperti di differenti discipline. L’iniziativa avrà un’anteprima questa sera, alle 21, presso il Teatro 29 di via 29 maggio con il recital del pianista Vladimir Mischuk con l’eterna musica di Pëtr Il’ic Cajkovskij. La serata, realizzata con la collaborazione della Fondazione Scuola di Musica ‘Andreoli’, sarà dedicata al ricordo del maestro Alvaro Bigi, con una prolusione del professor Bruno Andreolli (l’ingresso è libero). Domani invece ‘Pensare’ entra nel vivo; sempre al Teatro 29, alle ore 10 con la relazione di Giovanni Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di astrofisica, terrà un incontro dal titolo ‘Il futuro è caos: cosa resta da scoprire’. Si proseguirà con Fabrizio Galimberti, esperto economista, redattore de ‘Il Sole 24 Ore’ che intratterrà il pubblico attraverso ‘L’ezioni di disordine: l’euro e la Grande recessione’. Al pomeriggio l’iniziativa si sposterà presso la sala riunioni del caffè ‘La Fenice’, nella Galleria del popolo, dove dalle ore 16 relazioneranno Piero Ignazi, professore di politica comparata all’Università di Bologna, su ‘La tentazione pericolosa dell’ordine politico’, Antonio Scurati, scrittore e docente di letteratura italiana all’Università Iulm di Milano su ‘L’immaginario del disastro nel nuovo ordine mediatico mondiale’, ed Ermanno Bencivenga, professore di filosofia all’Università della California-Irvine, che parlerà di ‘Caos e ordine’. La giornata sarà conclusa da: ‘Gaber se fosse Gaber’ presso l’Auditorium della scuola media ‘Montanari’ con lo spettacolo di Andrea Scanzi. Domenica i lavori riprenderanno sempre presso il caffè ‘La Fenice’, alle ore 11 con la relazione ‘Ordine e disordine nell’arte’, tenuta da Mario Perniola, docente di estetica all’Università Tor Vergata di Roma, e da Laura Albers, dell’Università di Amburgo. Si proseguirà nel pomeriggio alle 16 con ‘La torre e la lingua del cantiere: Ziggurath/Taruggitz. Da Ninive a Guggenheim’, una conferenza di Ruggero Pierantoni, visiting professor alla School of Architecture della Carleton University di Ottawa, seguita da ‘Dall’ordine il caos: riflessioni attraverso la mitologia induista’, di Giuliano Boccali, docente di indologia all’Università di Milano. Il festival verrà quindi chiuso da Edoardo Boncinelli, professore di biologia all’Università Vita e Salute San Raffaele di Milano, con la sua relazione intitolata ‘La vita fra ordine e disordine’. Come sempre sarà possibile, nel corso dell’iniziativa, acquistare i libri dei relatori presenti e in generale testi sugli argomenti trattati affinché non si possa smettere di pensare anche dopo il festival.

          Bper, il federalismo dei crediti dubbi


            ECONOMIA ò28

            Sassuolo, Pighi vede Squinzi Ma ormai non è tardi?


              Da Reggio ‘ponti d’oro’ per giocare al Giglio

              MODENA – Dopo settimane di inviti, abboccamenti, incontri e telefonate più o meno segrete sulla linea ‘Modena Reggio’ alla fine anche il sindaco Pighi si è mosso. Eh sì, perché si è preso il suo tempo ma alla fine ha parlato con Giorgio Squinzi, proprietario del Sassuolo calcio nonchè presidente di Confindustria, a proposito del luogo nel quale la squadra neroverde intenderà disputare il prossimo campionato. Come è ormai noto anche a chi di calcio proprio non s’interessa, la squadra è fortemente lusingata dai ‘ponti d’oro’ che Reggio sta promettendo se – fatti i debiti scongiuri – giocherà il prossimo campionato di A allo stadio Giglio. E le lusinghe sarebbero state ‘avanzate’ non solo dagli addetti ai lavori, ma anche dal mondo della politica d’Oltre Secchia. Dal Comune di Modena era emerso fino a ieri un aut-aut: «È chiaro che se scegliesse Reggio le porte del Braglia si chiuderebbero per sempre». Non certo un messaggio amichevole. Ora il primo cittadino si da una mossa e batte un colpo: «Non si può pensare che il Comune non sia interessato e nemmeno che io non abbia parlato con Giorgio Squinzi». E l’annuncio solenne: «Ci siamo sentiti nei giorni scorsi e gli ho rappresentato il mio pensiero e il desiderio della città che il Sassuolo resti dove ha avuto casa in questi anni». Difficile pensare fosse stato espresso un messaggio contrario. Pighi gli ha poi sottolineato l’opportunità importante «che rappresenterebbe il campionato di calcio di serie A per il territorio, per lo spettacolo sportivo e non solo»; il fatto che in scelte di questo tipo a prevalere «non siamo solo le opportunità economiche del momento, mentre c’è tutta una storia che lega una squadra al territorio e che alla lunga garantisce anche maggiore economicità»; infine, la convinzione che «sarebbe un errore, e le istituzioni devono dirlo, lasciare il territorio di appartenenza all’apice di un successo sportivo che qui ha messo le sue radici».La reazione di Squinzi sarebbe stata alquanto ‘freddina’. «Ci sentiremo ancora per una valutazione comune degli eventuali sviluppi» promette Pighi. Se vuole vincere la partita si prepari già da ora ‘argomenti’ più allettanti.

              Caso Galassini: tutto in prescrizione


                VIGNOLA ò15

                Post-sisma: il punto sul Policlinico


                  INCHIESTA ò12

                  La contabilità sgradita anche ai vendoliani


                    Si astengono sul consuntivo, poi il voto contrario su odg del Pd

                    Un bilancio che non piace di sicuro a Pdl, Modena futura, Mpa, Udc ed Etica e legalità che votano contrario, ma non piace neppure agli alleati di Sel, rappresentati in Consiglio da Federico Ricci e Ingrid Caporioni, che si astengono sul rendiconto della gestione del Comune per il 2012. Le ricette del partitone non sono particolarmente gradite dalla sinistra e infatti ieri i vendoliani sono andati oltre l’astensione davanti ad un ordine del giorno del Pd. Quella presentata da Salvatore Cotrino e firmato da Francesco Rocco e Giuliana Urbelli che chiedono alla giunta «di continuare a innovare l’offerta dei servizi e della loro modulazione e di mantenere al centro del dibattito il tema dello sviluppo della città, in quanto la forte riduzione delle fonti di finanziamento impone di individuare in modo critico e convinto le principali priorità di intervento su cui orientare le risorse nel prossimo triennio». Innovazione può far rima con esternalizzazione che è parola indigesta ai vendoliani. A vedere i risparmi vantati dalla maggioranza si nota come si basino su dei processi di esternalizzazione di alcuni servizi comunali. Boschini parla di una nuova modalità di gestione che è stata attuata «attraverso l’esternalizzazione della casa residenza e centro diurno per anziani non autosufficienti San Giovanni Bosco, la creazione della fondazione Cresciamo per la scuola». Azioni che stanno portando alla mobilitazione dei sindacati – in particolare per la scuola – e che sono sotto stretta osservazione. E non fanno piacere ai vendoliani anche i risparmi ottenuti con questi specifici tagli: «riduzione dei finanziamenti per attività teatrali e culturali». Dall’altro lato dello schieramento politico non piacciono al centrodestra i risparmi ottenuti sull’illuminazione pubblica che portano ad una minore sicurezza cone denunciato anche da associazioni da sempre a sinistra come la Casa delle Donne e l’Udi. Se il centrodestra boccia e contesta la politica economica e di governo delle risorse publbiche del Comune, pure a sinistra non si è per niente entusiasti della contabilità approvata in completa solitudine dal partitone.

                    MAZZATE FISCALI


                      Non calano i tributi e spaventa la Tares

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