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Texas, l’inferno squarcia il cielo Esplode fabbrica di fertilizzanti


    Evacuati in 2800 per la paura di una nube tossica

    Un incendio, un terribile botto e un’enorme palla di fuoco e fumo innalzata nel cielo. Qualcosa che assomiglia a una bomba atomica, secondo i racconti dei testimoni. Questa la spaventosa immagine della potente esplosione che ha investito mercoledì sera una fabbrica di fertilizzanti nella periferia di Waco, in Texas, uccidendo 15 persone e ferendone almeno 160, in base agli ultimi numeri, ancora parziali, comunicati dalla polizia locale. La deflagrazione è stata tanto potente da investire gli edifici situati nei pressi della fabbrica, diversi dei quali hanno preso fuoco, e da scuotere le abitazioni fino a 80 chilometri di distanza. Tanto da essere registrata come un evento sismico di magnitudo 2,1, stando a quanto reso noto dall’Istituto geofisico americano, lo United States Geological Survey. Decine le case distrutte e danneggiate nei dintorni. L’esplosione si è verificata poco prima delle 20 locali, le 2 in Italia, nella fabbrica West Fertilizer. Non se ne conosce ancora la causa, ma il portavoce dei vigili del fuoco ha precisato che potrebbe essere stata innescata da ammoniaca. Per il momento, non viene seguita la pista dolosa. «E’ stata come l’esplosione di una bomba nucleare», ha detto alla Cnn il sindaco di Waco, Tommy Muska. «Ci sono molte persone ferite – ha riferito il sindaco – e molte non saranno più qui domani». Sconvolto anche lo sceriffo locale: «Non ho mai visto niente come questo in vita mia: è come una zona di guerra». L’esplosione ha investito anche gli edifici situati nei pressi della fabbrica: il direttore locale della protezione civile, George Smith, ha riferito di 10-15 edifici distrutti e altri 50 danneggiati. E la situazione non è ancora ritenuta sicura, perché si teme che ci possano essere altre esplosioni. «Quello che abbiamo sentito è che c’è un contenitore di fertilizzante ancora intatto in fabbrica e sono in corso le operazioni di sgombero per garantire che tutti si allontanino dall’area in caso di un’altra esplosione», ha detto Ben Stratmann, portavoce del senatore del Texas Brian Birdwell. In più, è ormai certo che in seguito alla combustione si sia formata un’enorme nube tossica: per questo le autorità hanno fatto evacuare la popolazione della cittadina, 2.800 abitanti. La nube inoltre ostacola le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco: nessuno può avvicinarsi, e fra le prime vittime ci sono proprio alcuni vigili del fuoco e un agente di polizia. In zona c’è anche una casa di riposo per anziani da cui sono stati portati via i 135 ospiti; chiuse le forniture di gas, mentre i vigili del fuoco stanno capillarmente passando casa per casa in cerca di persone che potrebbero essere rimaste intrappolate. Un ospedale da campo è stato allestito in tutta fretta nel vicino impianto di football americano in cui vengono portati ustionati e persone ferite.

    Unci, Coldiretti e quel divorzio-lampo: la lotta infinita con le centrali storiche


      L’associazione dei coltivatori ora vuole fondare UeCoop

      L’Unci (Unione nazionale delle cooperative italiane) è nata nel 1971 da una costola di Confcooperative: la scissione avvenne, in particolare, come si legge sul sito della stessa centrale mutualistica, ad opera di un nucleo di cooperatori proveniente dal movimento Acli e dalla Cisl. La storia comincia, dunque, all’inizio degli anni ‘70, ma la partita per il riconoscimento giuridico dell’Unci si trascina per oltre dieci anni: è il 1982, infatti, quando il Consiglio di Stato afferma definitivamente la legittimità della quarta centrale cooperative, mettendo fine ad una battaglia giuridica che era stata sollevata dalle tre storiche centrali, Legacoop, Confcooperative e Agci, fin da subito nemiche dell’Unci. Trent’anni più tardi, la storia dell’Unci converge con quella di Coldiretti. E’ il luglio 2009 quando la quarta centrale cooperativa e l’associazione dei coltivatori stringono un’alleanza con l’obiettivo dichiarato di «realizzare la più grande centrale cooperativa agroalimentare a livello nazionale». Nel nome della filiera produttiva interamente italiana, nasce Unci-Coldiretti. A guidare la nuova associazione – eletto all’unanimità – è il reggiano Mauro Tonello, vicepresidente di Coldiretti. Il matrimonio, però, dura ben poco. Due anni, circa. Nell’ottobre 2011, infatti, il presidente dell’Unci, Paolo Galligioni, annuncia il divorzio tra la sua organizzazione e Coldiretti, spiegando al quotidiano Italia Oggi che «Coldiretti aveva promesso in dote 1.500 cooperative, ne ha portate 300». E qui si apre un’altra partita. Ovvero quella della guerra fredda tra l’Alleanza delle cooperative (che riunisce Legacoop, Confcooperative e Agci) e Coldiretti. Da una parte, l’associazione dei coltivatori parla di «fallimento nella mission di rappresentanza» delle tre centrali storiche; dall’altra parte, sono queste ultime ad accusare Coldiretti di voler dividere il mondo del mutualismo per ambizioni di potere. Riguardo all’alleanza tra l’Unci e Coldiretti, in una nota, l’Alleanza osserva che «il dato più mortificante della vicenda è che una centrale cooperativa sceglie di ‘vendere’ il proprio valore (la fiducia tra organizzazione e cooperativa) costruito in anni di rapporti, a chi ha altri interessi (e anche mal celati) rispetto a quello della tutela degli interessi del movimento cooperativo». «Nel 2011 – scrive ancora l’Allenza delle cooperative – la Coldiretti ci riprova: l’ingresso in Coldiretti di Aicoop e, anche qui, è Mauro Tonello, che riceve l’investitura per realizzare il progetto della Coldiretti». A riscaldare lo scontro, recentemente, è stato l’annuncio dell’associazione dei coltivatori di voler dar vita alla sesta centrale cooperativa italiana, Uecoop. Un progetto attaccato fin da subito dalle altre organizzazioni, con Giuliano Poletti, neo-presidente nazionale dell’Alleanza, che ha subito bollato l’iniziativa come «antistorica» e «dannosa». E anche in questo caso, sempre secondo l’Alleanza, alla guida ci sarebbe Tonello. Il vicepresidente di Coldiretti è stato protagonista pure del durissimo scontro registratosi nelle ultime settimane all’interno del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, chiedendo l’ineleggibilità del presidente uscente Giuseppe Alai (che è anche presidente di Confcooperative Reggio Emilia) e scatenando – pure in questo caso – la reazione furente delle altre centrali cooperative. Alai sarà riconfermato alla guida del Consorzio. Ma le polemiche continuano.

      CRONACHE SINDACALI


        Mutualismi veri e mutualismi di facciata

        Dalla Corte costituzionale arriva uno stop alle cooperative spurie


          «I soci-lavoratori vanno pagati come i dipendenti delle spa»

          Piazza Matteotti, sbloccati gli indennizzi per i lavori


            I contributi faranno parte di un bando da 30mila euro rivolto ai commercianti

            MARANO – A cinque mesi dalla chiusura del cantiere arrivano gli indennizzi ai commercianti per il cantiere in piazza Matteotti. Lo ha annunciato il sindaco di Marano Emilia Muratori annunciando altri 30mila euro complessivi di contributi per i negozianti. «Con l’obiettivo di proseguire nella valorizzazione delle aree a vocazione commerciale – ha detto il sindaco – il Comune intende dare continuità alle azioni di sostegno attraverso il finanziamento di specifiche tipologie d’investimento sui punti vendita». Si tratta di un bando promosso dall’amministrazione, in continuità con misure analoghe messe in campo negli anni precedenti. «Questo bando vuole essere un segnale concreto della presenza dell’amministrazione a sostegno delle attività commerciali». Nel corso del 2010 il Comune di Marano aveva già emanato una prima sessione di bando pubblico per l’erogazione di contributi destinati a privati, assegnando risorse finanziarie per € 30.600,00 complessivi, destinate a interventi di riqualificazione dei punti vendita, alla ristrutturazione di immobili ad uso commerciale e ad investimenti in arredi esterni, coordinati con il progetto “Astambéin” dell’Unione Terre di Castelli. Le risorse effettive assegnate sul presente bando, da utilizzarsi a sostegno delle iniziative di riqualificazione delle attività commerciali come in seguito più espressamente specificato, ammontano complessivamente ad altri 30mila euro (anche integrabili in caso di economie maturate sul precedente bando). Il bando è vincolante ad alcune aree specifiche: riqualificazioni interne dei punti vendita, realizzazione e ammodernamento di arredi esterni, ma anche spese relative ad attività di marketing e contributi alle imprese commerciali ubicate in piazza Matteotti a indennizzo dei disagi causati dai lavori di manutenzione della stessa piazza, di recente realizzazione. Ed infine contributi a parziale rimborso di oneri Tosap. Il plafond complessivo di 30mila euro verrà ripartito tra le diverse misure sulla base delle effettive domande che perverranno sulle specifiche tipologie d’intervento previste. L’amministrazione comunale ha comunque ritenuto opportuno stabilire un indennizzo economico forfettario, commisurato ad 400 euro, a favore delle imprese commerciali che operano su piazza Matteotti in relazione ai disagi subiti nel corso delle opere di ristrutturazione della piazza avviati nel tra settembre e novembre 2012. Gli indennizzi per disagi da cantiere saranno erogati entro il 30/4/2013. Le imprese che vorranno accedere a tali contributi dovranno presentare regolare domanda entro la fine del mese.

            «Denunciai io le ‘anomalie’ Una lotta ad armi spuntate»


              Si dice «dispiaciuto», appare deluso e amareggiato. Roberto Adani (nella foto), sindaco di Vignola all’epoca dei fatti cui si riferiva il processo, non digerisce la dichiarazione di prescrizione dei reati. Era stato lui a denunciare questa situazione, «cui aveva fatto da apripista il caso Galassini, e poi venne applicata ad altri casi» spiega Adani. «Furono almeno sette o otto i casi oggetto di denuncia da parte mia, ma poi la Procura decise di portarne a processo solo quattro». La questione riguardava l’interpretazione di una norma, che secondo l’accusa avrebbe consentito ad alcune aziende di sviluppare ampliamenti maggiori rispetto a quanto previsto dai permessi edilizi. L’accusa di abuso edilizio era già stata dichiarata prescritta, mentre ieri sono scaduti i termini anche per quella di concorso in abuso d’ufficio. Insomma, caso chiuso. «Dispiace, però devo dire che me l’aspettavo, anche perché non ho mai creduto che fossero tutti d’accordo per applicare quell’interpretazione. Certo, ci eravamo impegnati molto per rilevare tutti i casi in cui secondo noi c’era stato abuso: la lotta all’abusivismo in Italia si fa con armi spuntate». (da.fra.)

              Abusi edilizi alla Galassini: caso chiuso per prescrizione


                A processo c’erano due dipendenti pubblici e un consigliere

                VIGNOLA – Reati prescritti, tutti prosciolti. Si chiude così uno dei casi che più ha tenuto banco a Vignola negli ultimi anni, quello dei presunti abusi edilizi nell’ampliamento della ditta di trasporti F.lli Galassini. La sentenza è stata emessa ieri dal secondo collegio della sezione penale del Tribunale di Modena, che ha respinto le richieste avanzate da alcuni difensori di entrare nel merito e ottenere un’assoluzione piena. Per questioni procedurali i giudici hanno ritenuto che non fosse possibile farlo, ed è stato dichiarato estinto il reato per intervenuta prescrizione. In realtà ieri si è estinto l’ultimo capo d’imputazione rimasto in piedi, ovvero il concorso in abuso d’ufficio, perché gli abusi edilizi erano già stati dichiarati prescritti. Dunque finisce in nulla di fatto uno dei procedimenti che vedeva imputato, tra gli altri, anche il geometra Enrico Tagliazucchi, all’epoca dipendente del Comune di Vignola e oggi al centro di altre vicende giudiziarie che risalgono al suo successivo trasferimento al Comune di Serramazzoni. Tra gli altri imputati il dirigente del settore Antonio Lateana, il titolare della ditta Galassini (oggi fallita), alcuni tecnici privati e l’ex consigliere del Pd di Vignola Moreno Dal Rio, in veste di titolare di impresa. Infatti i presunti abusi al centro del processo si riferivano non solo alla Galassini, ma anche alla ditta Centro Alesatura di Dal Rio e ad un’altra impresa. Tre casi in cui, secondo l’accusa, il responsabile dell’ufficio tecnico e il dirigente avrebbero rilasciato concessioni edilizie illecite, interpretando in maniera errata la normativa riguardante le corsie di manovra, procurando così un indebito vantaggio patrimoniale ai titolari di imprese. nDaniele Franda

                Incontri pubblici per spiegare il bilancio 2013


                  SPILAMBERTO – Incontri pubblici per spiegare il bilancio preventivo alla gente. Il sindaco Lamandini e la sua giunta si preparano a scendere nell’arena per parlare di Imu e Tares, ma anche di patto di stabilità. In un clima di grande incertezza i Comuni italiani si apprestano ad approvare il prossimo bilancio. Dallo Stato mancano ancora le indicazioni necessarie, ma il documento dovrà essere approvato entro giugno. Far quadrare i conti non sarà facile, ma la sensazione è che alla fine da Roma si possa quando meno allentare la temuta morsa del patto di stabilità. Gli incontri si terranno lunedì e mercoledì prossimi. Lunedì l’appuntamento è alle 20.30 presso lo Spazio Eventi L. Famigli, mentre mercoledì 24, alle 20.30, tappa presso il Circolo Arci Rinascita di San Vito. Ad illustrare il bilancio di previsione sarà direttamente il sindaco Francesco Lamandini.

                  Il columnist


                    L’appuntamento quotidiano con le nostre rubriche: Martedì: Consigli per gli acquisti di Augusto De Bartolo Mercoledì: Chicane di Giovanni de Ruvo Giovedì: Figurineide di Gianni Bellini Venerdì: Sottorete di Alfredo Alberico Sabato: Sottobosco di Guido Ganzerli

                    Tutti (o quasi) in vacanza, mentre ci si gioca il titolo Ma i club ora pensano al futuro, Modena compresa


                      Guardare gli altri giocare è noioso. Maledettamente noioso. Per intenderci: a me scatta un irrefrenabile giramento di pollici quando, scaraventato fuori dai tornei estivi di beach volley (quelli per vecchi relitti spiaggiati), resto lì ad osservare ed a rosicare. Non so perdere. Un inaccettabile difetto, lo so, eppure immagino sia più o meno la stessa cosa per chi, come i ragazzi di Casa Modena, suo malgrado si è dovuto fermare nella rincorsa a qualcosa di molto più importante di una partitella sulla sabbia: il titolo nazionale. Gli avversari sono stati più bravi, ok, ma il rammarico resta. Tutti in vacanza ora? Non proprio. Mentre la volata scudetto è ancora in atto, con Piacenza che si è guadagnata contro Macerata il diritto di contendere il tricolore a Trento, ci sono ancora alcuni protagonisti della stagione gialloblù pronti a tornare sottorete. Non c’è sosta, ad esempio, per il palleggiatore Michele Baranowicz, tra i migliori dell’annata gialloblù, e che da lunedì sarà con la Nazionale di Mauro Berruto a Cavalese, sede del primo raduno stagionale degli azzurri. Baranowicz è nella lista dei confermati (assieme a Guillaume Quesque, Uros Kovacevic, Loris Manià, Jakub Vesley e Andrea Sala) per il prossimo campionato, ma ci sono altri aspetti da chiarire sul futuro del club. La nuova cordata, i suoi progetti, la campagna acquisti. Insomma tutto quello che è necessario per mantenere l’entusiasmo e la buona affluenza di pubblico che c’è stata del torneo concluso. E mentre in A1 assistiamo ai primi movimenti in panchina (Giani, un ex gialloblù sia come giocatore che come allenatore, alla guida della Marmi Lanza Verona), a Modena è stata più volte ribadita la permanenza di Angelo Lorenzetti, il coach, che qualche giorno fa è stato definito «un tecnico eccezionale» da Antonio Giacobbe, ct della nazionale egiziana (funziona ancora il made in Italy nel mondo) in visita al PalaCasaModena. L’unico rammarico la partenza di Celitans: un sacrifico necessario per far cassa e ripartire, considerando che certe offerte per l’ingaggio, al momento, sono pressoché improponibili da pareggiare. Lo cercano molte società europee. Al suo posto e di altri arriveranno dei giovani. Scelta condivisibile data la congiuntura economica degli ultimi anni. Una scelta che finora ha premiato la Pallavolo Modena.

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