La professoressa Modena ha inaugurato la propria sede elettorale al numero 123 di viale Tassoni, angolo con piazzale Risorgimento. E ha spiegato le ragioni della sua scesa in campo dicendo di “essere convinta che anche a Modena deve finire un’epoca che ha visto per quasi ottantanni l’egemonia di un solo partito, sempre quello, anche se ha cambiato nome varie volte (Pci, Pds, Ds, Pd) che, alla pratica della politica con la P maiuscola, ha sostituito quella del potere che condiziona qualsiasi attività di cose e volontà di persone. E che ha creato una incrostazione burocratica e clientelare che si nota in tutti gli aspetti della vita pubblica, sociale, culturale, economica della città. A Modena insomma o sei dalla parte giusta o sei fuori. O anche peggio, se mi permettete un ricordo autobiografico. Oggi, dunque,  i tempi sono maturi per un cambiamento e provo a dimostrarvelo con tre eloquenti recenti immagini che valgono più di mille parole. Tre immagini, quasi contemporanee, che danno il perfetto ritratto della situazione modenese. La prima ritrae l’elitaria classe sociale di sinistra, politici in attività e altri garantiti e rappresentanti  del mondo economico affine al Pd, in gran spolvero al Pala Monzani dove si celebrano le nuove imprese letterarie di Bottura. Sono i componenti della nuova opulenta classe sociale che ha sostituito la vecchia borghesia, creata e mantenuta dal sistema di potere esercitato dalla politica a Modena, non produttiva, ma parassitaria in quanto vive di denaro pubblico. La seconda racchiude la desolante solitudine del numero uno, il sindaco Muzzarelli, accompagnato dall’assessore  Grazia Baracchi e da qualche tecnico, mentre inaugura il Biomarket (incompiuto) al Parco XXII Aprile davanti agli imbarazzati media, convocati  in massa e ad un buffet andato deserto perché nessun abitante del quartiere si è presentato all’inaugurazione! La terza immagine riguarda il cartellone che pubblicizza le date di un tour nei quartieri del candidato Mezzetti, cartellone privo del simbolo, evidentemente ritenuto imbarazzante e controproducente dal PD stesso, cosa mai vista fino ad ora. E’ la desolante immagine dell’attuale sinistra ridotta come un pugile suonato che non riesce a rialzarsi e, rassegnata, cerca di contenere i danni, addirittura nascondendo la propria origine e identità, attorniandosi di gruppuscoli politici per potere avere i loro voti in cambio di un qualche assessorato. Se tre indizi fanno una prova, questo è l’annuncio che anche per Modena la fine di un’epoca è già iniziata. La loro epoca. Il solco incolmabile tra la sinistra e la grandissima maggioranza dei cittadini segna l’alba di un nuovo futuro”.

Poi la prof Modena ha aggiunto: “E non sarà l’alleanza di destra, capeggiata da Fratelli d’Italia, l’erede designato. Sarebbe un evento ancora del tutto improprio per una Città che, non va dimenticato, è medaglia d’oro della Resistenza. Oggi, la sfida per ritrovare connessione sentimentale con i cittadini, con le periferie sociali, per rispondere alle loro domande di protezione economica e identitaria e meritarne la rappresentanza, può essere raccolta e realizzata solo dal civismo, inteso come “nobiltà di sentimenti civili, alto senso dei proprî doveri di cittadino e di concittadino, che spinge a trascurare o sacrificare il benessere proprio per l’utilità comune”.

E questi sono i peculiari principii sui quali ho fondato la mia Lista civica MODENAxMODENA con l’intento di offrire a voi e a tutti i modenesi una reale alternativa all’oppressivo e durato troppo a lungo regime vigente. Una lista, la nostra, di centro, liberale, ispirata ai valori cristiani, libera da ogni condizionamento, democratica e pluralista nella composizione e nelle sue espressioni, aperta alle migliori risorse umane e culturali che il nostro territorio annovera copiose, che ha come punto unificante la comune volontà di fare di Modena una città amministrata bene. Di questo avete diritto tutti voi e tutti i cittadini modenesi e per questo io sono qui e ci metto il cuore per raggiungere l’obiettivo”.