È uno dei casi più complessi che si siano verificati, in epoca recente, nella nostra provincia. Il giallo di Concordia, che ruota intorno alla morte di Alice Neri, ha visto come ultime tappe l’interrogatorio di garanzia del principale sospettato, Mohamed Gaaloul, arrivato a Modena mercoledì e ascoltato il giorno dopo. Si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha dato solo dichiarazioni spontanee, negando di essere fuggito dal Paese per evitare la cattura ma di trovarsi all’estero per motivi di lavoro. Ora al suo legale, Roberto Ghini, rimangono sette giorni per decidere se presentare un ricordo al Tribunale della Libertà di Bologna. L’avvocato ha chiesto di avere una copia dei video di quella notte e delle intercettazioni telefoniche. E’ sulla base di questo materiale che il tunisino di 29 anni è ritenuto il principale sospettato. La Procura ha spiegato che dalle telecamere di sorveglianza si vede Gaaloularrivare in bicicletta allo Smart Cafè, il locale dove Alice ha passato la sua ultima notte. Ma non se n’è andato con lo stesso mezzo. Le immagini lo riprenderebbero mentre si avvicina al luogo dov’era parcheggiata l’auto della 32enne ma non ci sarebbero frame che immortalano l’uomo salire con lei. Ora che il tunisino si trova in Italia partirà un’altra serie di esami e confronti con ciò che è stato trovato sul luogo del ritrovamento del corpo carbonizzato di Alice. E proprio a Fossa di Concordia, dove la sua auto è stata rinvenuta, è sbucato un nuovo elemento che potrebbe essere posto sotto la lente dei Carabinieri. Un reggiseno rosa, in parte bruciato, adagiato su un mucchio di cenere. Il marito della 32enne di Ravarino non esclude che possa appartenere a lei. I dubbi intorno a questo nuovo elemento sono tanti, ma nulla può essere ancora del tutto escluso.