Avevano aperto due case famiglia e poi, senza avere l’autorizzazione necessaria, le hanno trasformate in residenze sanitarie assistenziali per anziani. A finire nei guai una modenese di 29 anni, coordinatrice delle strutture, e la rappresentante legale, una donna reggiana di 60 anni, entrambe denunciate alla procura dai Carabinieri del Nas di Parma per la mancanza dell’autorizzazione al funzionamento di attività sanitaria specialistica.  I fatti, accaduti nel comprensorio delle ceramiche della provincia di Reggio Emilia, sono venuti alla luce grazie agli uomini del nucleo antisofisticazione e sanità in seguito a delle ispezioni sul rispetto delle norme igienico sanitarie. Dalle indagini avviate successivamente è stato appurato che le attività, pur offrendo servizi remunerativi a persone anziane, si avvalevano delle agevolazioni amministrative previste per le “case famiglia”, diverse da quelle richieste per le residenze per anziani. Entrambe le strutture erano riconducibili inoltre ad una società con sede nella provincia di Modena.