Sono stati trasferiti al Carcere Sant’Anna di Modena alcuni detenuti dell’istituto penitenziario di Santa Maria Capua Vetere. Dopo la diffusione di video che ritraggono gli episodi di violenza da parte della polizia penitenziaria sui carcerati, risalenti all’aprile 2020, la tensione è altissima nella struttura campana. Mentre si moltiplicano striscioni e minacce agli agenti di polizia penitenziaria, il terremoto scaturito dalla notizia sta avendo ulteriori ripercussioni sul Reparto Nilo del Carcere. Trenta detenuti in tutto sono stati trasferiti in altri istituti penitenziari. Alcuni di loro si trovano in prigioni campane, ad esempio in quelle di Caserta e Avellino, mentre la maggior parte dei carcerati è stata portata a Civitavecchia, Perugia e anche a Modena. La decisione è stata presa dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria d’intesa con la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e viene dopo quella di sospendere 25 agenti che non erano stati oggetto della misura cautelare, pur essendo indagati, e che sono rimasti a lavoro nel carcere casertano a contatto con i detenuti vittime dei pestaggi. Episodi gravi, che hanno portato a riaccendere l’attenzione sulla condizione all’interno delle case circondariali. Nel 2020 Modena è stata protagonista della tragica rivolta che portò alla morte di 9 detenuti e a danni strutturali in molte aree del carcere. Oggi la ristrutturazione dell’edificio è pressocché ultimata e le porte si sono aperte per i detenuti vittime dei pestaggi nel carcere campano