Un incubo ad occhi aperti quello vissuto da una 27enne modenese segregata in casa per giorni da una banda di spacciatori allo scopo di indurla a nozze di comodo a Reggio Emilia. La giovane a fronte della promessa di un compenso pari a 10 mila euro sarebbe stata convinta a spostare un 31enne nordafricano al fine di permettergli di ottenere la cittadinanza italiana. A questo punto per la modenese promessa sposa è iniziata l’odissea: il 31enne l’ha privata dei documenti e del cellulare, per poi costringerla contro la sua volontà a restare prima presso l’abitazione di alcuni complici, una coppia di cittadini albanesi abitanti nel capoluogo reggiano, e poi in un’altra abitazione in provincia di Verona, dalla quale la povera vittima è riuscita fuggire. A scoprire questa terribile vicenda i Carabinieri di Reggio Emilia partiti da alcune indagini per una frode informatica. Il tutto ha preso il via nel novembre del 2020 dopo la denuncia di una 29enne reggiana che dopo aver perso il cellulare aveva bloccato e poi riattivato l’utenza, ritrovando nella propria mail diverse comunicazioni a lei sconosciute, si è quindi recata in caserma a Gattatico denunciato la frode informatica. I militari, sono giunti così a un giro di droga articolato e all’odissea subita dalla giovane modenese. Entrambi i luoghi di prigionia, stando a quanto sarebbe emerso dalle indagini, costituivano anche due presunte basi di spaccio di stupefacenti che vedevano convolto sia il 31enne che altri stranieri. 8 le persone indagate, tra i 23 e i 43 anni, residenti tra le province di Reggio Emilia, Torino e Verona. Tutti sono accusati di sequestro di persona, spaccio di stupefacenti, frode informatica ed induzione al matrimonio mediante inganno.