Gennaio è il mese in cui, finalmente, si potrà sapere qualcosa di concreto sul futuro del Modena calcio, fallito lo scorso 29 novembre. Fra dieci giorni si svolgerà l’incontro promosso dal Comune con gli imprenditori, entro fine mese l’asta per il marchio

Sono trascorsi oltre due mesi dalla radiazione del Modena dal calcio professionistico, poco meno dal suo fallimento, ma ancora nulla si muove. Già all’indomani del momento più basso vissuto dalla storia calcistica modenese proliferavano le voci di cordate, o singoli imprenditori locali, pronti a ricostruire ciò che è andato distrutto ma, ancora oggi, nessuno ha ancora messo nero su bianco una proposta. A partire da Luca Toni, che starebbe lavorando sotto traccia per raccogliere un gruppo di imprenditori pronti ad investire, per proseguire con quel Marco Ballotta che più di un pensiero a rilevare la società pare l’avesse fatto già ai tempi della retrocessione in Lega Pro. Qualcuno racconta addirittura di un ritorno di fiamma di quel Romano Sghedoni di Kerakoll che ad acquisire la maggioranza fu vicinissimo ai tempi della serie B, altri raccontano di un Gianni Gibellini, ex Presidente del Sassuolo e prima ancora del Montale, poi dirigente e direttore sportivo gialloblù, che starebbe muovendo mari e monti per calamitare interesse e, soprattutto, denaro da investire. Con tanta carne al fuoco un po’ di fumo dovrebbe iniziare a vedersi ma, in realtà, se il lavoro c’è è ancora abbondantemente sotto la cenere.

Il tempo, però, inizia a stringere e nelle prossime settimane qualcosa dovrebbe iniziare a muoversi. Perché ci sono i tempi dettati dal Tribunale a regolare, oggi, l’agenda del calcio gialloblù.

I creditori avranno tempo fino al prossimo 20 febbraio per poter presentare le proprie istanze d’insinuazione al passivo che verrà esaminato un mese dopo, il 20 marzo. Nel frattempo si aspettano le mosse di piazza Grande.  Perché nella partita che porterà alla nascita di un futuro nuovo Modena, l’onore e l’onere del fischio d’inizio spetta al Sindaco. Muzzarelli, però, pare più intenzionato ad imitare quanto avvenuto a Parma che a dar vita ad una nuova società da affidare, poi, ad imprenditori locali. Come fece Pizzarotti all’epoca del fallimento dei Ducali, infatti, Muzzarelli ha intenzione di convocare un incontro pubblico per tutti gli imprenditori che hanno volontà e risorse per fare rinascere il calcio gialloblù. Non il capofila di una nuova cordata, quindi, ma una sorta di direttore d’orchestra. Di certo c’è che, comunque si deciderà di agire, occorrerà farlo in fretta perché entro fine gennaio si svolgerà l’asta dei beni del fallito Modena Football Club 1912, inclusi i trofei ma soprattutto il marchio dal quale si può e si deve ripartire