Nel primo impegno del 2016 i neroverdi non vanno oltre il pari con il Frosinone. Ciociari avanti due volte, prima con Dionisi e poi con Ajeti, ma ripresi dai gol di Defrel e Falcinelli

In casa Sassuolo si sperava in un successo, alla portata, per festeggiare al meglio l’inizio del nuovo anno. Contro il Frosinone, invece, è arrivato solo un pari frutto di un primo tempo non impeccabile e di una ripresa dove è mancata la zampata che sarebbe valsa i tre punti. I neroverdi concedono due reti evitabili nelle uniche occasioni avute dalla formazione ospite e non bastano il ritorno al gol di Defrel e la prima rete in A di Falcinelli a cancellare la mancanza di precisione ed un approccio mentale forse non ottimale come ammesso dai protagonisti del match nel dopo gara. Di Francesco sceglie di rinunciare all’attaccante più in forma di fine 2015, Sergio Floccari, che con ogni probabilità ha chiuso la sua esperienza sotto il campanone dopo le sirene di mercato arrivate in primis da Bologna. Rispondono presente, però, gli altri due centravanti sassolesi per rimediare all’erroraccio di Consigli che aveva propiziato l’1-0 firmato Dionisi. C’è nuovamente capitan Magnanelli ad ispirare la manovra in mezzo al campo e c’è anche Berardi a rifinirla in fase offensiva. Non scatta, però, la scintilla per il talento calabrese e la contemporanea assenza per squalifica di Missiroli costringe agli straordinari il giovane Pellegrini, che si mette in mostra ancora una volta con giocate di classe e qualità. Nel finale di gara arriverà per lui un’espulsione che lo costringerà ad assistere da spettatore al big match di San Siro domenica contro l’Inter, ma le buone notizie per Di Francesco arrivano dalla panchina: Duncan entra e sfodera l’assist per un altro subentrato, Diego Falcinelli, che non perdona realizzando il suo primo gol nella massima serie. Nel finale Vrsaljko e Sansone hanno i palloni buoni per il 3-2, ma non trovano lo specchio della porta e allora finisce in parità. Il Sassuolo può recriminare per non aver interpretato al meglio tutti i novanta minuti, ma allo stesso tempo può sorridere perché la qualità dei singoli rimane lì, sotto gli occhi di tutti, e chissà che non possa essere l’elemento chiave per esaudire il sogno di patron Squinzi: scardinare il bunker della capolista Inter e regalare il tanto atteso e sognato successo sui neroverdi a San Siro.