Le medie Frassoni sotto inchiesta per cemento depotenziato: la Procura ha chiesto l’incidente probatorio, gli accertamenti dureranno mesi. Intanto l’indagine si estende ad altri edifici

Mentre l’Italia osserva amara e indignata la vicenda della scuola di Amatrice, crollata per il terremoto nonostante i recenti lavori di miglioramento anti-sismico, in Emilia c’è un’altra storia che con quella fa il paio. Il prossimo 15 settembre, giorno di inizio del nuovo anno scolastico, la scuola media Frassoni di Finale Emilia rimarrà chiusa. E chiusa la rimarrà ancora almeno per diversi mesi, il tempo necessario per consentire alla magistratura di appurare se l’istituto è stato effettivamente costruito con cemento depotenziato. Dopo averlo anticipato nelle scorse settimane, ora la Procura di Modena ha formalmente chiesto al Gip di procedere all’incidente probatorio per verificare se i materiali utilizzati nei lavori di ricostruzione post-sisma della scuola sono effettivamente fuorilegge. Se, come prevedibile, la richiesta verrà accolta, verranno effettuati dei carotaggi e gli accertamenti dureranno diversi mesi. L’inchiesta, denominata ‘Cubetto, vede coinvolte 15 persone e due aziende: la ditta costruttrice A&C di Modena e la fornitrice del calcestruzzo, la Betonrossi di Piacenza. La pm Claudia Ferretti ha già nominato due consulenti, che sono già al lavoro per verificare la qualità dei materiali edili. Anche le difese si affideranno a uno o più tecnici, mentre il Gip, per l’incidente probatorio, dovrà nominare a sua volta un perito. L’inchiesta, peraltro, non si ferma alla scuola media Frassoni, ma si è nel frattempo estesa ad altri quattro edifici, nello specifico dei capannoni aziendali costruiti sempre dalla A&C in collaborazione con la Betonrossi. Nella maggioranza dei casi, gli inquirenti stanno puntando la loro lente sulle fondamenta delle strutture: è lì che potrebbe essere stato utilizzato cemento depotenziato.