Le nuove norme sulle assunzioni stanno mettendo in crisi i piccoli Comuni come Polinago, dove nel giro di pochi mesi andranno in pensione tre dipendenti senza alcuna possibilità di sostituzione

Perdere più di un terzo del proprio personale senza nessuna possibilità di rimpiazzarlo. Una prospettiva che manderebbe in crisi qualsiasi azienda, ed è lo stesso anche per una realtà fornitrice di servizi come un Comune, specie piccolo. Vedi il caso di Polinago, dove ieri sera è emersa una situazione particolarmente critica alla presentazione del bilancio di previsione 2016 che, pur mantenendo invariate le tariffe, vede praticamente azzerati i trasferimenti dello Stato che nel 2004 ammontavano a 540mila euro. Ma oltre a non dare più soldi, Roma sta impoverendo i Comuni sotto i 5mila abitanti anche sul fronte umano, impedendo il turnover. 

Il personale sarebbe stato rimpiazzabile solo se trasferito all’Unione del Frignano, ma il processo di delega di funzioni procede ancora con difficoltà. O si accelera qui, oppure bisogna procedere alla fusione tra Comuni, che rischia di essere un passo obbligato se non si vuole che sia lo Stato stesso a decretare a tavolino la soppressione dei piccoli enti:

Ai nostri microfoni Gian Domenico Tomei, Sindaco di Polinago