Parliamo dell’emergenza profughi perché a distanza di due mesi non cambia la situazione al Novi Sad, le gradinate sono ancora il dormitorio dei pakistani e afghani

La situazione al Novi Sad resta invariata. C’è sempre un gruppo, seppur flessibile nel numero, di pakistani e afghani che trascorre la notte nelle gradinate. Da due mesi, quello che era uno scorcio rinnovato e considerato dalle istituzioni come uno dei gioielli della città è diventato, la casa, malgrado loro.
Storie raccolte e raccontate da diverse settimane ed è proprio questo il dramma perché quella che era l’emergenza iniziale con il passare del tempo e senza che nessuno si sia assunto la responsabilità, è diventata, purtroppo, quotidianità, una normalità che però non sfugge agli occhi di chi in quella zona ha una attività commerciale. Ci vuole veramente poco per tentare di rendere almeno un po’ più vivibile una situazione che di per se non lo è. Per ora l’amministrazione, in accordo con le associazioni di volontariato ha deciso di anticipare il servizio dell’unità di strada del piano freddo, mentre la prefettura farà un censimento aggiornato degli immigrati presenti in città in modo da monitorare le partenze, in 30 sono stati accompagnati nei giorni scorsi a Bologna, ma soprattutto gli arrivi.