Potrebbero essere gli ultimi 42 giorni del Comitato tecnico scientifico istituito per la pandemia. Ad ora non sembrano esserci segnali di una proroga dello stato di emergenza Covid che si chiuderà così il 31 marzo portando allo scioglimento del Cts. Restano aperte comunque diverse questioni, come quella del Green Pass, tra chi vorrebbe eliminarlo già dal primo aprile e chi invece è per la cautela e preferirebbe attendere qualche mese. Sulla fase del post-pandemia insomma la discussione è ancora aperta, ma sul fronte emergenziale pare regnare l’ottimismo, sulla base dei numeri del contagio delle ultime settimane. Anche la Fondazione Gimbe ha rilevato una flessione netta dei nuovi casi e un miglioramento della situazione negli ospedali. Allo stesso tempo però, rileva Gimbe, è crollato del 27,8% il numero di tamponi fatti, dato che potrebbe non consegnare un quadro esatto della circolazione del virus. Contestualmente, la fondazione rileva che la stretta ai lavoratori no vax non ha fatto presa, vedendo calare nettamente il numero dei nuovi vaccinati nella fascia over 50. Allo stesso modo rallenta la vaccinazione anche dei più giovani, lasciando oltre 7 milioni di persone in Italia senza alcuna dose. In questo contesto, Gimbe mette in guarda contro i facili ottimismi e chiede al Governo di strutturare già ora un piano di vaccinazione in autunno, per evitare nuove ondate di ricoveri e decessi. In primis perché, ad oggi, non si hanno ancora certezze sulla durata della copertura della terza dose. In secondo luogo perché i contagiati dalla Omicron durante la quarta ondata non hanno ancora fatto la dose booster e si ritroveranno nuovamente esposti al virus. Motivo per cui Gimbe chiede al Governo di volgere lo sguardo al futuro, e in particolare alla stagione autunnale/invernale, verosimilmente caratterizzata da una possibile ripresa della circolazione virale.