Due così, se sono in serata di grazia, rischiano davvero di farti impazzire. “Mimmo” Berardi e “Ciccio” Caputo demoliscono un Genoa senza mordente, che pensava di timbrare al Mapei Stadium la salvezza e che invece ora si dovrà giocare tutto domenica col Verona del grande ex Juric. Conti che in un certo senso interessano anche la squadra di De Zerbi, sempre ottava a 90’ dalla fine a +2 proprio sui veneti dopo un 5-0 da favola. Una gara che in campo non esiste, perché il Sassuolo la azzanna, mentre il Genoa la subisce. E Berardi gioca sul velluto, come quando rifinisce il vantaggio di Traorè in avvio. Ma il capolavoro lo fa col suo mancino stellare, ricamando una parabola che si spegne nel sette dove Perin non può nemmeno pensare di arrivare: è il gol numero 14 che lo consacra leader di una squadra che non smette mai di spingere. La ripresa, sotto di 2-0, se possibile per il Genoa è ancora peggio. Berardi nasconde la palla ai rossoblù, al resto ci pensa Caputo, che manda due sms da oltre Oceano ad Alex Del Piero. La scommessa della cena per quota 20 reti è vinta. Anzi, ci sta anche il dolce perché il bomber sale a 21 con la sesta doppietta stagionale, invitato prima da Berardi e poi nel finale da Haraslin. In mezzo ai due gol si incastona la perla del baby Raspadori, che innescato dal solito Berardi si fa 50 metri prima di incrociare sul palo lontano. La quinta stella di una notte magica. Per tutti, tranne che per il Genoa.