Attorno alla figura di San Geminiano, Patrono di Modena fin da epoca altomedievale, e alle sue reliquie nei secoli si è andata consolidando l’identità di tutta la comunità modenese. Il suo culto e quello del suo sepolcro ancora oggi costituiscono un elemento di forte aggregazione per la comunità cristiana della città e non solo. In suo onore il 31 gennaio si celebra una festa cittadina, giornata che tutti i modenesi aspettano con grande impazienza. Per dare il via alle celebrazioni è stato aperto il Sarcofago del Santo Patrono, per accogliere la venerazione dei fedeli. Le sante reliquie si potranno visitare fino all’11 febbraio. All’amato Vescovo e Patrono della città sono attribuiti diversi miracoli. Leggenda vuole che il Santo salvò i modenesi dalle orde degli Unni guidati da Attila facendo calare una fitta nebbia che impedì agli invasori di vedere la città. Ma San Geminiano è anche noto per aver liberato numerose persone dal demonio, guadagnando la fama di esorcista, così come illustra un prezioso bassorilievo di Wiligelmo scolpito sull’architrave della Porta dei Principi del Duomo. Divenuto un vero e proprio simbolo per Modena, il suo culto è diffuso però anche in altre comunità dove sembra siano transitate le reliquie custodite nel nostro Duomo. I reperti e le opere d’arte, fra tardo antico e barocco, protagonisti delle visite dei fedeli disegnano un percorso che riunisce le testimonianze del contesto tardo antico in cui visse il santo, la tradizione agiografica, il rapporto tra il santo e la sua città, e le forme della devozione. E quest’anno dopo le difficoltà dettate dalla pandemia, finalmente la città torna a celebrare il Santo Patrono riabbracciando tutte le tradizioni di questa importante ricorrenza