Una famiglia italiana su 4 è a rischio povertà assoluta. Solo l’11,7% arriva a fine mese agevolmente, il 65% invece ci arriva con grandi difficoltà e rinunce. È una situazione drammatica quella fotografata dall’ultimo Rapporto nazionale sul sovraindebitamento, stilato dall’Ufficio studi dell’Associazione Liberi dal debito. La realtà dei fatti però rischia di essere anche peggiore perché i dati, calcolati sulle ultime rilevazioni del 2020, non tengono conto dell’impatto sulle famiglie e sulle imprese italiane della pandemia e degli aumenti speculativi sull’energia dovuti al conflitto in Ucraina. Senza contare poi l’impennata dell’inflazione arrivata al 12%, mai così alta da quasi 40 anni. Con l’aumento del costo della vita le famiglie sono costrette a fare delle rinunce: c’è chi fa tagli sul cibo e rinuncia alla carne e al pesce, chi sul riscaldamento della casa e chi non si può più permettere le ferie a fine anno. Inoltre una percentuale tra il 30 e il 50% fa fatica a sostenere le spese per l’affitto o per il mutuo. E proprio questo è il dato più preoccupante, secondo il report, in quanto indicatore fondamentale per poter comprendere i futuri scenari sul mercato immobiliare. A ciò si aggiunge il fatto che il tessuto imprenditoriale italiano è formato per il 95% da microimprese a carattere familiare in balia degli eventi molto più di aziende più strutturate e organizzate che sono la minoranza. Per il caro-bollette Istat e Bankitalia stimano che una azienda su tre è a rischio chiusura facendo perdere il lavoro a migliaia di persone. Un quadro decisamente tetro che porterà a rompere quell’equilibrio finanziario già messo a dura prova dalla pandemia. Nessuno, insomma, è immune dal rischio di sovraindebitamento, Oggi gli italiani in difficoltà sono più di sette milioni.