Mourad Chail, il 30enne marocchino accusato di aver ucciso a coltellate il tunisino di 36 anni Mohamed Salah ha confessato il delitto davanti al giudice Barbara Malvasi. Assistito dall’avvocato Lorenzo Bergami, in videoconferenza Chail ha deciso di non chiudersi nel silenzio e di raccontare la sua versione dei fatti, descrivendo quella giornata del 22 giugno terminata con la morte di Salah in via Barchetta, a Campogalliano. Chail ha detto davanti al giudice di aver conosciuto il tunisino il giorno stesso, in un bar gestito da cittadini cinesi, alla periferia del paese. Ha raccontato che Salah si è seduto al suo tavolo e mentre consumavano birra è partito un diverbio, sul quale sono in corso ulteriori accertamenti. Al termine dello stesso, il tunisino avrebbe afferrato un bicchiere e tirato la birra in faccia a Chail. Le strade dei due si sarebbero poi divise, per incrociarsi più tardi. Il 30enne marocchino ha raccontato di essere tornato a casa, sopra la trattoria di via Barchetta, dove in seguito è stato raggiunto nuovamente da Salah. Lì il diverbio è scoppiato di nuovo. Secondo la dichiarazione di Chail, il tunisino avrebbe iniziato a chiamarlo sul cellulare – anche se ha ammesso di non sapere come sia entrato in possesso del numero – per minacciarlo e, sembra anche per insultare sua moglie e sua figlia. A quel punto la situazione è degenerata. Chail ha ammesso di aver afferrato un coltello per sfilettare il pesce mentre scendeva da casa. In strada Salah lo avrebbe ferito al collo con un cutter che ancora non è stato trovato e il marocchino ha risposto colpendolo con il coltello. Alla fine sono state 11 i fendenti che hanno ucciso Salah. Il giudice Malvasi ha convalidato l’arresto per omicidio volontario e confermato la misura cautelare al Sant’Anna.