Amici, parenti, colleghi e il compagno di una vita hanno accolto l’arrivo del feretro. Tutti uniti nel dolore di una profonda ferita impossibile da rimarginare. Erano un centinaio le persone che questo pomeriggio nel cimitero di Massa Finalese hanno voluto porgere l’ultimo saluto a Laila El Harim, la 40enne rimasta uccisa da un macchinario presso l’azienda Bombonette di Camposanto. Tante lacrime e commozione per Laila che avrebbe compiuto 41 anni a giorni. Laila che aveva scelto di costruire la sua vita e la sua famiglia nella provincia di Modena. Originaria del Marocco si trovava da circa 20 anni in Italia e a Bastiglia viveva con il compagno dal quale aveva avuto una bimba. Nei suoi progetti c’era quello di coronare il suo amore con un matrimonio. Ma tutto questo è stato sbalzato via in un attimo la mattina del 3 agosto, quando in seguito ad un terribile infortunio sul lavoro la sua vita è stata spezzata. Alla cerimonia funebre di oggi hanno preso parte anche i sindaci dei comuni della bassa modenese e il mondo sindacale sceso in piazza nei giorni scorsi per ribadire la necessità di mettere in campo azioni concrete per incrementare la sicurezza sui luoghi di lavoro. Intanto proseguono serrate le indagini volte a fare luce su quanto accaduto all’interno dell’azienda Bombonette. Come riporta una Ansa di oggi pare che Laila El Harim non fosse stata formata all’utilizzo del macchinario nel quale lo scorso 3 agosto è rimasta incastrata e uccisa. Due al momento le persone iscritte nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo: il legale rappresentante dell’azienda, e il nipote di quest’ultimo, ossia il delegato alla sicurezza nello stabilimento. Contestualmente è in corso una indagine ministeriale aperta su indicazione del Ministero del Lavoro, Andrea Orlando.