C’è un piano per ‘confinare’ lo scoiattolo grigio senza abbatterlo. Lo annuncia la Regione Emilia-Romagna dopo la comparsa del roditore anche nel piacentino e le proteste degli animalisti per l’ipotesi di ‘gasare’ i piccoli animali con l’anidride carbonica. Il piano di intervento di viale Aldo Moro prevede invece un sistema di monitoraggio “che si concentrerà nei territori al confine con le province di Lodi, Cremona e Rovigo, in particolare nella zona del Delta del Po”. Nelle aree interessate saranno installate foto-trappole per rilevare l’eventuale presenza di altri scoiattoli grigi e catturarli. Ma paiono scartate, a questo punto, soluzioni cruente o comunque letali per gli scoiattoli. La collaborazione sperimentata in questi anni “ha fatto sì che sia Lav nazionale (Lega Anti Vivisezione) che il centro di recupero fauna selvatica il Pettirosso di Modena si siano resi disponibili ad ospitare gli scoiattoli catturati evitandone la soppressione”. Ieri queste due realtà “hanno inviato richiesta alla Regione per il riconoscimento dell’idoneità delle proprie strutture alla collocazione degli esemplari catturati e viale Aldo Moro si è subito mobilitata per iniziare ad acquisire i necessari pareri del ministero dell’Ambiente e di Ispra e procedere così alla successiva eventuale autorizzazione”. Lo scoiattolo grigio, ricorda viale Aldo Moro, e’ considerato a livello internazionale tra le 100 specie invasive più dannose al mondo: la sua presenza è già stata segnalata in Piemonte, Liguria e Lombardia e ora, appunto, anche in Emilia-Romagna. Questo scoiattolo, originario del Nord America, “è una specie che secondo gli esperti può causare impatti negativi sia sugli ecosistemi colonizzati, sia sulle attività umane”.