Fuori Valmori (M5S) per proteste. Ma la partita è aperta
FINALE – Come cera da attendersi, è stato un Consiglio comunale parecchio su di giri quello di giovedì sera a Finale, praticamente monopolizzato dalla discussione sulla centrale termoelettrica che sembrava morta e invece di colpo è tornata alla ribalta rilanciando tutti i dubbi di due anni fa sulla coltivazione del sorgo, dopo la sperimentazione fallita. La seduta ha visto la presenza dei tecnici, che però forse ha creato più danno che utile, perché quello che chiedeva lopposizione (a cui si deve il primo dibattito pubblico sul tema che di per sé doveva essere priorità informativa per lamministrazione) era una presa di posizione politica da parte della maggioranza, che durante la campagna elettorale 2011 aveva assicurato limpegno contro la centrale. Che cosa dunque ha portato a questo epilogo? Sembra soprattutto esigenze di bilancio, per parziale ammissione dello stesso sindaco Ferioli. Ma può essere una ragione sufficiente per portare altro impatto ambientale in un contesto già segnato da molti altri e in più da un via libera altrettanto osteggiato dato da poco al maxi ampliamento della discarica? Il dibattito è tutto aperto e anche di più, perché come ha detto Maurizio Poletti (lista Lo Scariolante) allindomani della seduta-fiume (conclusa alluna) «siamo solo allinizio della battaglia». Una battaglia che, come si era detto, vede attivamente impegnate tutte le opposizioni, consiliari ed extraconsiliari, al punto da aver portato giovedì sera a un caloroso intervento di Carlo Valmori (5 Stelle) tra il pubblico, pubblico dove era presente anche Stefano Lugli (Prc). Tanto caloroso da portare il presidente del Consiglio Michele Scacchetti nientemeno che a chiedere lintervento della polizia Municipale per accompagnarlo alluscita, perché in quanto semplice cittadino e non consigliere non ha diritto di parola né di inveire contro il sindaco. Questo episodio, sommato allo striscione contro il polo pattumiera, rende il polso della situazione. Non sono solo Poletti, Boetti, Biagi e Borgatti a non volere limpianto. Cè tutto un sottofondo di territorio che insorge contro lennesimo progetto a impatto ambientale, un territorio che vuole poter dire la sua e ha il diritto di farlo. Se in Consiglio non può parlare, non è il caso di raccogliere lesigenza in un bellincontro pubblico? nDaniele Montanari