Scarsa è la capacità di autocritica da parte degli automobilisti emiliano-romagnoli e modenesi secondo il Rapporto stilato dall’Osservatorio Continental: chi si mette al volante non percepisce sé stesso come un pericolo potenziale per gli altri

Mezzo pericoloso, ma indispensabile è l’automobile nella percezione del 78% emiliano-romagnoli, buona parte dei quali dichiara di sentirsi più sicuro a piedi che in auto. Ciò che stupisce del rapporto stilato dall’Osservatorio Continental sulla sicurezza stradale è che gli utenti della strada temono i comportamenti altrui, ma non hanno nulla da rimproverare a sé stessi. Tipico atteggiamento autoassolutorio, si direbbe, dal momento che i numeri danno prova di come distrazioni al cellulare ed eccessi di velocità siano abitudini frequenti nel modo di guidare dei nostri connazionali e non sembra vi siano significative eccezioni per la nostra regione. L’indagine sulla sicurezza stradale dell’osservatorio Continental mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della condivisione della strada. Perché si produca una nuova etica della circolazione, sarà infatti necessario che chi si mette al volante consideri non solo il proprio diritto alla mobilità, ma anche la responsabilità che tale diritto comporta in riferimento agli altri. Non a caso l’osservatorio Continental sottolinea il tema della condivisione, che obbliga a fare attenzione agli altri, in particolare ai soggetti più deboli della viabilità, pedoni e ciclisti, per i quali una piccola distrazione altrui può essere fatale. Troppo spesso infatti fa notare l’Amministratore delegato della Continental, De Martino, chi guida non si percepisce come un potenziale pericolo per gli altri, anche se quasi il 20% degli intervistati dichiara di rispettare le regole della strada solo in presenza di controlli, per altri invece il rispetto delle regole è discontinuo. Appare dunque sensata l’opinione del 20% del campione di intervistati che è convinto che una maggiore sicurezza stradale possa provenire solo dall’inasprimento dei controlli, ai quali si affida un ruolo pedagogico.