A 6 anni dall’incubo giudiziario vissuto dalla professoressa Maria Grazia Modena l’abbiamo incontrata nel suo studio presso l’Università dove sta lavorando a nuovi progetti per il futuro

Sulla parete del suo studio nel centro servizi dell’Università in via del Pozzo, c’è tutto ciò che testimonia una straordinaria carriera medica e scientifica. Riconoscimenti, attestati di specializzazioni, premi per i risultati scientifici ottenuti nel campo della medicina e della cardiologia. Maria Grazia Modena ama personalizzare l’ambiente in cui vive e lavora. E lo ha fatto anche in questo studio da docente universitario in cui, in attesa di riprendere la piena attività al Policlinico, lavora a tempo pieno. Da quando la Suprema Corte di Cassazione l’ha assolta da tutte le accuse, anche residue, legate all’inchiesta sui cosiddetti ‘Camici Sporchi’. Oggi, con la fiducia, la forza e l’entusiasmo che l’ha sempre contraddistinta Maria Grazie Modena non dimentica quel 9 novembre di 6 anni quando alle 5 di mattina venne svegliata e prelevata da casa dai Carabinieri. Un ricordo doloroso soprattutto per gli anni non vissuti a fianco dei pazienti. Sei anni di lavoro che oggi con la fiducia che non ha mai perso e tanto entusiasmo la Professoressa Modena vuole recuperare con nuovi progetti innovativi nel campo dell’assistenza e la cura a distanza dei pazienti. Progetti di cura che si estendono alla sua grande passione, quella per la cura dei bambini. La professoressa Modena, da pediatra, e con una formazione anche in cardiologia pediatrica, vorrebbe concentrare il proprio lavoro su di loro, piccoli con cardiopatie e più in generale ai giovani seguiti dal servizio dal servizio di Neuropsichiatria dell’ospedale con il progetto di un centro unico per l’assistenza e la cura, quello che lei definisce un sogno nel cassetto.

Nel video l’intervista alla professoressa Maria grazia Modena